Se la rete degli ospedali pubblici gestiti dalle Regioni, a parità di prestazioni erogate, fosse capace di spendere il proprio denaro con la stessa efficienza del privato, si risparmierebbero almeno 6 miliardi di euro all’anno senza ridurre la quantità e la qualità delle prestazioni offerte al cittadino. Lo sostiene l’Aiop, l’associazione italiana ospedalità privata, che lancia un appello al premier Matteo Renzi e al ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
“Le Regioni – scrive l’Aiop – per fornire il loro contributo di risparmio nella spesa pubblica, richiesto dalla legge di stabilità 2015, mentre si preparano a rinunciare all’aumento del Fondo sanitario nazionale di 2 miliardi proposto dal Governo, chiedono un nuovo taglio di 350 milioni all’ospedalità privata accreditata, che assicura il 25% di tutti i ricoveri a carico del Servizio Sanitario nazionale e che assorbe soltanto il 15% della spesa ospedaliera.
Mentre tutti gli altri Paesi europei usano sempre più gli operatori privati all’interno del servizio sanitario pubblico per ridurre i costi e aumentare la qualità, le Regioni italiane tentano di difendere le loro inefficienze per mantenere intatta la rendita politica che si è annidata nella sanità. È una proposta inaccettabile – ribadisce Gabriele Pelissero, presidente dell’Aiop, perché ancora una volta fa ricadere sui cittadini il peso del risanamento dei conti pubblici, tagliando le prestazioni. In questo modo inoltre si continua ad evitare di affrontare il vero nodo nei conti della sanità: gli sprechi e le clientele diffuse nella gestione pubblica degli ospedali.
AIOP, l’Associazione Italiana Ospedalità Privata, ha calcolato che se la rete degli ospedali pubblici, gestiti dalle Regioni, a parità di prestazioni erogate, fosse capace di spendere il proprio denaro con la stessa efficienza del privato, si risparmierebbero almeno 6 miliardi di euro all’anno senza ridurre la quantità e la qualità delle prestazioni offerte al cittadino. Invece, con la proposta delle Regioni si colpisce la rete degli ospedali privati accreditati mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e centinaia di milioni di investimenti che il privato accreditato vuole continuare ad impegnare nei prossimi anni per migliorare ancora di più la qualità delle proprie strutture.
Chiediamo al Presidente Renzi e al Ministro Lorenzin di rifiutare questa richiesta nell’interesse del Servizio Sanitario Nazionale e di tutti i cittadini”.