L’Italia starebbe per mettersi alle spalle 6 anni di crisi nera e di imboccare la via di una ripresa più consistente delle previsioni. Almeno, è quanto sostiene l’analisi mensile del centro studi di Confindustria di gennaio 2015. “Per l’economia italiana il 2015 si sta sempre più annunciando come l’anno spartiacque, perché termina la lunga e profonda recessione iniziata nel 2008 e tornano le variazioni positive per Pil e occupazione. Che probabilmente si riveleranno molto superiori alle previsioni correnti, anche a quelle più recenti”.
Tre i fattori che stanno favorendo il cambio di tendenza, “La combinazione molto favorevole di elementi esterni, una vera manna dal cielo: crollo del prezzo del petrolio, svalutazione del cambio dell’euro, accelerazione del commercio mondiale, diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine. Sommando i loro effetti, si arriva a una spinta per l’Italia pari al 2,1% del Pil nel 2015 e a un aggiuntivo 2,5% nel 2016. Il secondo fattore sono le politiche più orientate alla crescita, che daranno maggiore sostegno all’occupazione e agli investimenti, grazie anche alla flessibilità conquistata a Bruxelles. Il terzo fattore sono gli indicatori congiunturali che segnalano la stabilizzazione della domanda interna e della produzione”.
Confindustria spera anche sulla spinta che arriverà dall’EXPO milanese. Calo del prezzo del petrolio, cambio e tassi molto più bassi aiuteranno l’intera Eurozona, principale sbocco delle produzioni italiane. “Con gli USA tornati a essere locomotiva, la Cina in rallentamento pilotato e l’India in accelerazione, il quadro internazionale resta propizio all’avvio della ripresa, nonostante le difficoltà di Russia e Brasile”.
Per verificare la correttezza delle previsioni, Confindustria non sembra avere dubbi: “I primi concreti indizi di svolta non tarderanno a manifestarsi nelle statistiche”.