Sono nove i morti nell’attacco terroristico all’Hotel Corinthia di Tripoli, il più lussuoso albergo della capitale libica. Lo ha riferito il governo ad interim, con un comunicato letto dal portavoce Ahmed al-Amin e riportato dall’emittente Al Arabiya. Si tratta di tre guardie libiche e cinque stranieri, tra i quali un cittadino americano, a cui si aggiungono tre donne filippine rimaste ferite. Le guardie sono morte nell’esplosione di un’autobomba con a bordo due kamikaze, che ha preceduto il raid nell’albergo.
L’attacco è stato rivendicato dal gruppo Wilaya di Tripoli, affiliato all’Is, sulla sua pagina web. Cinque, i terroristi che hanno attaccato l’albergo. Secondo Essam Naas, portavoce delle forze di sicurezza, uno dei terroristi è stato catturato, gli altri quattro si sarebbero fatti esplodere dopo essersi visti bloccati. I cinque, dopo aver fatto irruzione nell’albergo, si erano asserragliati al 26° piano, con degli ostaggi, tra i quali un americano, un polacco e altri di diverse nazionalità europee, poi liberati.
Un tweet diffuso da un gruppo affiliato all’Isis dice che l’attacco, che aveva come obiettivo diplomatici stranieri, sarebbe una “vendetta” per Abu Anas al-Libi, uno dei leader di al-Qaeda, morto a inizio anno a New York dove era in attesa del processo per gli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania nel 1998. Al Corinthia risiede abitualmente il premier islamista, Omar al Hasi, che le forze di sicurezza sono riusciti a portare in salvo. L’albergo ospita anche cittadini italiani, che sono scampati all’assalto.
Tutti gli altri alberghi della città sono stati momentaneamente evacuati. L’attacco, scrive il libanese Daily Star, è stata rivendicato dalla “filiale” locale di Isis, il cosiddetto Califfato di Derna.
Secondo Federica Mogherini, “ministro degli esteri” dell’Unione europea, l’attacco di Tripoli “e’ un altro riprovevole atto di terrorismo che assesta un colpo agli sforzi per portare la pace e la stabilita’ in Libia. L’Unione europea esprime solidarieta’ alle vittime e alle loro famiglie e sostiene fermamente gli sforzi dei colloqui in corso guidati dall’Onu per portare una soluzione politica basata sul rispetto e sul dialogo. Non dovremmo permettere a questi attacchi di minare il processo politico”.