Il Dna mitocondriale di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno per l’omicidio di Yara Gambirasio, non coinciderebbe con quello di “Ignoto 1”, il killer della ragazzina. La prova che avrebbe dovuto inchiodare Bossetti rischia ora di diventare un boomerang. È quanto emerge dalla relazione del perito incaricato dal pm di Bergamo.
La notizia aprirebbe nuovi scenari nell’inchiesta sull’omicidio della giovane, avvenuto il 26 novembre del 2010 a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Anche perché questo esame, inoltre, non sarebbe ripetibile.
Nonostante risulti una corrispondenza chiara riguardo il Dna cellulare, lo stesso non si può quindi dire per il Dna mitocondriale. A quanto pare gli avvocati di Bossetti starebbero preparando una nuova istanza di scarcerazione in attesa della prossima udienza, in programma in Cassazione il prossimo 25 febbraio.
La precedente istanza fu rigettata dal Tribunale del Riesame di Brescia proprio per la presenza del Dna dell’imputato sul luogo del ritrovamento del corpo di Yara.
“Bossetti dovrebbe essere subito scarcerato”. È quanto dichiara il difensore dell’uomo, Claudio Salvagni, dopo le ultime perizie.