Continua l’esodo dal Movimento 5 stelle. Altri dieci parlamentari, 9 deputati e 1 senatore, hanno annunciato l’addio a Beppe Grillo. Si tratta dei dissidenti «storici» di M5S: i deputati Tancredi Turco, Walter Rizzetto, Aris Prodani, Samuele Segoni, Mara Mucci, Eleonora Bechis, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato, e il senatore Francesco Molinari.
I dieci ex grillini si uniranno agli altri già fuoriusciti dal Movimento, nel gruppo Misto non avendo i 20 deputati necessari per costituire un gruppo autonomo. Mara Mucci ha però precisato che vogliono essere chiamati “Alternativa libera”.
Alla base dell’uscita dal M5S, la gestione accentratrice del movimento, la mancanza di dibattito interno e il clima di sospetto e persecuzione del dissenso interno, con le continue espulsioni delle voci fuori dal coro. “E’ stata una scelta difficile e sofferta”, ha scritto Gessica Rostellato, sul suo profilo Facebook. “In questi due anni – ha scritto la parlamentare – non si sono voluti mettere a disposizione né gli strumenti né una rete sul territorio in grado di coinvolgere cittadini, professionisti e addetti ai lavori a scrivere assieme, e sottolineo assieme, un progetto politico che non era affatto ultimato con la presentazione del programma del 2013. Le idee diverse, invece di creare un sano dibattito interno hanno creato un clima di sospetto, con allontanamenti arbitrari ed ingiustificati senza motivazioni concrete. Allontanamenti fatti in assenza di un contraddittorio tra le parti, addirittura utilizzando il blog come luogo di ratifica per espulsioni sommarie di parlamentari senza uno straccio di capi d’accusa, decise dall’alto. Queste modalità hanno eliminato il dibattito interno ed aumentato il timore di esprimere le proprie perplessità, con la paura di essere cacciati o tacciati per dissidenti”.
Su Facebook, anche il commento di Roberto Fico, deputati grillino e membro del “direttorio” del M5S. “Auguri ai miei colleghi che, a 48 ore dal primo scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato, hanno deciso di lasciare il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, senza pensare, neanche per un secondo, di dimettersi dalla carica di parlamentare”.
I dieci, però, hanno escluso le dimissioni da parlamentari: “i cittadini che ci hanno eletto non ci chiedono di tornare a casa”; non verseranno più parte dello stipendio al movimento, ma “insieme ai cittadini (come doveva essere) decideremo come investire le eccedenze”.