“Un incauto ottimista, un abile idiota che somma all’incauto ottimismo la sopravvalutazione della proprie capacita’”. Sono queste le parole che usa il pm Stefano Pizza per descrivere l’aggravante della “colpa cosciente” per Francesco Schettino, definendolo un “bicefalo”.
Al processo in corso al cinema Moderno di Grosseto, l’accusa si avvia verso la richiesta della pena. La procura ravvisa decine di profili di colpa per il comandante della Concordia Francesco Schettino, unico imputato per il naufragio della nave. Pizza ha illustrato le inadempienze e le violazioni dell’ufficiale. Per l’accusa, quella sera, Schettino utilizzò carte inadeguate e arrivò in ritardo sulla plancia. La Concordia avrebbe dovuto navigare con un sistema di vedetta rinforzato nelle ore notturne, mentre la nave viaggiava a velocità eccessiva.
Pizza ha anche sottolineato come Schettino avrebbe dato ordini inadeguati e confusi, come nel caso delle indicazioni fornite al timoniere, senza indicare tempi precisi. Il comandante sarebbe arrivato in plancia in ritardo, accompagnato da persone estranee, non avrebbe controllato la rotta e omesso di pianificarne una nuova. Francesco Schettino, in sintesi, non avrebbe messo in atto le procedure previste, affidandosi, invece, all’intuito e all’improvvisazione.
La procura ha chiesto al tribunale di condannare Francesco Schettino a 26 anni di reclusione e a tre mesi di arresto per il naufragio della Costa Concordia che causò 32 morti all’isola del Giglio il 13 gennaio 2012. La richiesta è stata formulata dal pm Maria Navarro al termine della requisitoria.
Il pm Maria Navarro ha chiesto l’arresto per Francesco Schettino al termine della requisitoria sul naufragio della Costa Concordia per evitare “il pericolo di fuga nelle more del processo”. Il pm, nella sua richiesta al tribunale, ha anche detto che Schettino dispone di una casa in Svizzera e che ha molte relazioni all’estero. Il pm Navarro ha formulato la richiesta di 26 anni di reclusione cumulando i reati di omicidio e lesioni colposi (reato più grave la morte della bambina Dayana Arlotti, 14 anni), di naufragio colposo (9 anni), abbandono di incapaci e della nave (delitti dolosi), 3 anni. La richiesta di tre mesi di arresto, su cui la procura invita il tribunale a decidere, è invece relativa alle contravvenzioni di omesse e false dichiarazioni all’autorità marittima. Richieste, tra le pene accessorie, anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella dalla professione per 5 anni e 6 mesi.