Oggi sono stati dversi i temi esposti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, nella relazione di Ivan Marino, presidente facente funzioni della Corte d’appello di Palermo.
PERICOLO INCOLUMITA’ GIUDICI – “La indubitabile contingente e pericolosissima esposizione a rischio di taluno dei magistrati della requirente, con conseguente adozione di dispositivi di protezione mai visti, finisce per isolare e scoprire sempre più i magistrati della giudicante titolari degli stessi processi”. Marino lancia l’allarme sicurezza per i giudici palermitani. “Si sta verificando – ha aggiunto Marino, facendo riferimento evidentemente alle straordinarie misure adottate per assicurare la protezione ai pm del pool che indaga sulla trattativa Stato-mafia- la stessa identica situazione degli anni ’80, allorché la protezione era garantita per lo più, se non esclusivamente, ai magistrati facenti parte dei pool antimafia dell’ufficio istruzione e della Procura, con indifferenza verso la situazione della giudicante, con la conseguenza che bastò un solo episodio criminoso che la riguardasse per porre in crisi lo Stato, che dovette dall’oggi al domani garantire la massima protezione non soltanto ai magistrati ordinari, ma anche ai giudici popolari”.
“L’alta funzione affidata ai magistrati di applicare la legge alla quale essi stessi sono soggetti e alla quale – ha aggiunto Marino – compete la sovranità della giustizia, assume un carattere di laica sacralità, che immune da ogni atteggiamento di personale protagonismo, non può prescindere del carattere di indipendenza e imparzialità, di rigore e di obiettività”.
IN CALO REATI CONTRO LA P. A.- In calo tutti i reati contro la pubblica amministrazione nel distretto di Palermo (che include anche Trapani e Agrigento), soprattutto quelli di peculato, ridotti quasi del 30% rispetto all’anno precedente. “La riduzione di questo tipo di reati – ha detto – è avvenuta anche grazie alle modifiche legislative che portano ad una maggiore ricorrenza di quelli di corruzione e di concussione mediante induzione, la cui decrescita è certamente minore. In totale, i reati contro la pubblica amministrazione sono passati da 2.720 a 2.566”. Tra questi, sono stati 44 i casi di corruzione, 27 di concussione e 85 per peculato (questi ultimi erano stati 120 nell’anno precedente). In significativa crescita invece i reati di indebita percezione di contributi pubblici: 41 l’anno scorso, 156 quest’anno.
IN AUMENTO RAPINE E USURA – La crisi spinge in alto il numero dei reati di furto, rapina, usura. In aumento anche le estorsioni (+20%), ma soprattutto le frodi comunitarie (+246%). Il dato emerge durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, nella relazione di Ivan Marino, presidente facente funzioni della Corte d’appello di Palermo. Il disagio economico di molte famiglie del distretto è evidente nel maggiore ricorso agli usurai. I reati di questo tipo sono passati da 80 a 95 nell’ultimo anno (+19%). Dopo aver fatto registrare nel 2013 un forte calo, anche per la chiusura di numerose attività imprenditoriali, risale il numero delle estorsioni: quest’anno sono state 515 (430 l’anno scorso). In calo, invece, il furto in abitazioni: passato da 3.876 casi del 2013 a 2.823 di quest’anno.
BOOM FEMMINICIDI – Boom dei femminicidi nell’ultimo anno nel distretto giudiziario di Palermo (che include anche Trapani e Agrigento). Gli omicidi volontari contro le donne sono aumentati di cinque volte. Il dato emerge durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, nella relazione di Ivan Marino, presidente facente funzioni della Corte d’appello di Palermo. “Il numero di omicidi consumati nel 2014 è risultato di poco superiore a quello dell’anno precedente – ha spiegato – ma preoccupa il netto aumento di quelli contro le donne: in crescita anche i dati riguardanti i tentati omicidi, nei quali si registra del pari un aumento anche per quelli contro donne”. L’anno scorso, gli omicidi di donne erano stati solo quattro mentre quest’anno sono addirittura venti. In tutto sono stati 61 i delitti (59 nel 2013). Quasi il doppio i tentati omicidi, passati da 45 a 80 e da 12 a 19 se analizziamo solo quelli contro donne.
RADDOPPIATI REATI PEDOFILIA – I reati di pedopornografia e pedofilia sono aumentati nel distretto giudiziario di Palermo (che include anche Trapani e Agrigento) del 100% nell’ultimo anno. Un dato allarmante, quello sui reati sessuali contro i minori, che fa pensare da un lato al miglioramento delle azioni di contrasto, ma dall’altro a un aumento costante del fenomeno. Nel 2013 erano stati riscontrati 46 casi di pedopornografia e pedofilia, diventati 91 nel 2014. In notevole aumento anche i dati concernenti i reati contro la libertà sessuale, così come quelli di stalking: 550 nel 2013 e 689 quest’anno, con una crescita del 25%.
TRATTA DI ESSERI UMANI, REATI IN AUMENTO – Sono più che triplicati i reati di tratta di esseri umani nel distretto di Palermo (che include anche Trapani e Agrigento), passando da tre a dieci in un anno (+233%). Su questo fronte, la procura di Palermo ha condotto importanti indagini, non fermandosi a individuare i favoreggiatori dei continui viaggi della speranza dalle coste africane verso la Sicilia, ma anche risalendo all’organizzazione che gestisce la tratta. Proprio all’inizio di quest’anno, il pm della Dda Gery Ferrara ha chiesto la condanna a 30 anni di carcere per Mouhamud Elmi Muhidin, 34 anni, il somalo sotto processo davanti alla corte d’assise di Agrigento per tratta di esseri umani, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale. L’africano venne denunciato da un gruppo di immigrati sopravvissuti al naufragio accaduto a largo di Lampedusa il 3 ottobre del 2013, in cui persero la vita 366 persone. Portato al Cpa dell’isola venne riconosciuto dai superstiti che lo accusarono di essere uno degli organizzatori del viaggio per l’Italia e cercarono di linciarlo
Il presidente reggente della corte d’appello di Palermo poi durante un pausa della cerimonia dell’apertura dell’anno giudiziario è caduto sbattendo la testa e ferendosi. Il magistrato soccorso è stato portato nella guardia medica del palazzo di giustizia.