Il ritiro del ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della Salute e la cessazione in Italia delle attività di Stamina Foundation in cambio di una condanna a un anno e dieci mesi. È la richiesta di patteggiamento avanzata da Davide Vannoni nel processo in corso a Torino. Sulla proposta si attende ora il parere del pm Guariniello.
Sarà il gup di Torino Giorgio Potito a pronunciarsi, martedì prossimo, sulla richiesta presentata dal apdre del metodo Stamina. Sul tavolo del gup, secondo quanto appreso, stanno arrivando anche le richieste di patteggiamento della maggior parte degli altri imputati. Qualora la richiesta venisse accettata, le parti civili del processo potranno ottenere un risarcimento soltanto con un nuovo processo in sede civile.
A Torino Vannoni è imputato con altre 13 persone, fra i vari reati, di associazione per delinquere aggravata e finalizzata alla truffa. Secondo l’accusa, il padre del metodo Stamina era capo di una banda pronta a tutto pur di fare soldi. Vannoni vantava brevetti mai ottenuti, orchestrava manifestazioni di piazza, trattava i pazienti come cavie, operava in condizioni lontanissime dagli standard di sicurezza.
Nelle carte del processo si legge tutta la Stamina-story, dagli esordi nei seminterrati all’approdo agli Spedali Civili di Brescia. Anni di esperimenti, di carte bollate, di polemiche. Quarantadue faldoni di documenti sulle cure somministrate a pazienti a Torino, Carmagnola, San Marino, Trieste e Brescia dal 2008 allo scorso agosto, quando l’attrezzatura e le cellule staminali sono state sequestrate dai carabinieri del Nas.