Il Tribunale di Brescia ha condannato a un anno e sei mesi Ghislane Rondot, il gestore dell’allevamento di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Groups; stessa condanna anche per il veterinario Renzo Graziosi, mentre il direttore dell’allevamento, Roberto Bravi, è stato condannato a un anno più le spese. Assolto invece Bernard Gotti, secondo gestore dell’allevamento, per non aver commesso il fatto.
Alla lettura della sentenza, una ventina di animalisti hanno manifestato gioia, la stessa espressa dal tweet della Lav, Lega anti vivisezione, che ha definito “memorabile” la sentenza, “storica e senza precedenti”:
“La sentenza di condanna di Green Hill – ha commentato Gianluca Felicetti, presidente Lav – è un riconoscimento a tutte e tutti coloro che in tanti anni hanno partecipato a manifestazioni a Montichiari e in tante altre parti d’Italia e del mondo, hanno digiunato, firmato petizioni, realizzato inchieste giornalistiche, presentato denunce, scavalcato barriere fisiche e ideologiche che difendevano l’indifendibile, sapendo bene che “Oltre il filo spinato di Green Hill”, la vivisezione esiste ancora e uccide quasi 3000 animali al giorno, tutti i giorni, solo nel nostro Paese, e non da alcuna risposta positiva alla nostra salute: per questo la nostra battaglia è continua”.