Era accusato di associazione a delinquere per una frode al fisco da quasi 10 milioni grazie a un giro di fatture false; il sondaggista Renato Mannheimer, ha versato all’Agenzia delle Entrate circa 6,3 milioni di euro e così ha raggiunto un accordo con la Procura di Milano per patteggiare una pena di un anno e 11 mesi con la sospensione condizionale.
Sarà il gup di Milano Cristina Di Censo a decidere sul patteggiamento e sulle posizioni di altri imputati il prossimo 18 febbraio.
Nell’inchiesta della procura di Milano è coinvolto, tra gli altri, anche il commercialista di Mannheimer, Francesco Merlo, con l’accusa di aver emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti.
Il caso era venuto fuori nel 2013, grazie a un’altra indagine per riciclaggio che aveva condotto gli uomini della polizia valutaria milanese a Merlo.
Gli inquirenti hanno passato al setaccio una serie di fatture intestate a società fittizie con sede all’estero, che li avrebbero ricondotti a delle operazioni bancarie effettuate in Svizzera, Lussemburgo e Antigua.