Grazie ad un algoritmo sarà possibile definire la più appropriata terapia farmacologica contro il diabete ‘tarata’ sulle caratteristiche del singolo paziente. A presentarlo è stata oggi l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in collaborazione con la Società italiana di diabetologia (Sid) e l’Associazione medici diabetologi (Amd): un passo avanti contro una malattia che colpisce circa 5 milioni di italiani, con pesanti conseguenze per le casse del Sistema sanitario.
‘‘L’assistenza delle persone diabetiche – ha sottolineato in un messaggio il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – rappresenta uno dei principali problemi di organizzazione dei sistemi di tutela della salute”. Oggi, inoltre, c’è ”una crescente disponibilità e varietà di farmaci. Condivido quindi – ha detto Lorenzin – non solo l’opportunità ma anche la necessità di fornire agli operatori sanitari e ai pazienti una guida all’approccio terapeutico individuale”.
L’algoritmo è un innovativo sistema on line, disponibile sul portale dell’Aifa, per individuare il trattamento farmacologico sulle esigenze del singolo paziente e si propone di fornire ad operatori e pazienti una ‘guida’ all’approccio terapeutico il più possibile aggiornata e di facile utilizzo, anche considerando il gran numero di farmaci disponibili ed i circa 180 medicinali in sviluppo. Una ‘guida’ che favorirà pure una maggiore appropriatezza delle prescrizioni.
Il diabete si sta infatti confermando un’epidemia a livello mondiale ed in Italia, ha affermato il presidente Sid Enzo Bonora, oltre un milione di persone non sa di esserne affetto. Ma i farmaci, tuttavia, non bastano: fondamentale è infatti ”modificare e mantenere – ha rilevato Pani – uno stile di vita salutare da parte del paziente. Migliorare le proprie abitudini alimentari, ricorrere periodicamente all’esercizio fisico e tenere sotto controllo il peso sono aspetti da adottare e incoraggiare anche nel prosieguo della malattia. La terapia farmacologica va quindi intrapresa o modificata prontamente – ha concluso – nel caso in cui queste misure si rivelino insufficienti a raggiungere o mantenere l’obiettivo glicemico individuato”.