Prosegue senza esclusioni di colpi la battaglia giudiziaria tra il fisco italiano e la leggenda del calcio mondiale Diego Armando Maradona. Il “pibe de oro” deve difendersi dalla richiesta di rinvio a giudizio seguita all’accusa di diffamazione nei confronti di Equitalia per aver detto di essere stato “tentato dal fare gesti estremi a causa del fisco”.
Non fu Maradona a pronunciare direttamente le parole incriminate, ma il suo legale Angelo Pisani nel maggio del 2012 quando un picco di suicidi dovuti alla crisi economica si stavano verificando da nord a sud. Nel mirino degli attacchi c’era l’allora presidente di Equitalia Attilio Befera individuato come uno dei protagonisti del contenzioso tra Maradona e il fisco.
Maradona deve oggi al fisco 39milioni di euro di cui 6 costituiti dall’evasione fiscale vera e propria ed altri 33 formatisi dalla maturazione degli interessi. “Non esiste alcuna violazione e tanto meno alcuna diffamazione – dichiara l’ex calciatore del Napoli tramite Angelo Pisani – Maradona ha solo legittimamente esercitato, e nelle sedi competenti, il suo diritto di difesa e di denuncia della sua nota innocenza ed estraneità ad addebiti inesistenti“.
“Il mio assistito per anni è stato una vittima mediatica di ingiuste ed infondate pretese e pertanto il suo invocare giustizia e respingere addebiti illegittimi è scriminato dal diritto di denuncia – sostiene Pisani – A valutare la denuncia di Equitalia non può essere il tribunale di Roma perché le dichiarazioni contestate dalla procura sono apparse su un giornale che viene stampato in altra città”.