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Beni culturali, recupero da 50 milioni | Ritrovati oltre 5 mila reperti archeologici

Il più grande recupero di reperti archeologici, per circa 50 milioni di euro, in un’unica operazione con più di cinquemila eccezionali pezzi d’arte ritrovati. I carabinieri del Comando Tutela del patrimonio culturale, coordinati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo della procura di Roma, hanno restituito, a titolo definitivo, i preziosi resti al patrimonio culturale italiano. Si tratta di 5.361 oggetti tra cui alcuni rari e di assoluto valore come una splendida anfora corinzia del VI sec. a.C. decorata con figure nere che raccontano il mito di Teseo, capolavoro trafugato da una necropoli etrusca.

Spiccano anche anfore, crateri, loutrophoros, oinochoe, trozzells, basi plastici, statue votive, affreschi e corazze in bronzo, per un valore complessivo che supera i 50 milioni di euro, provenienti da scavi clandestini in Puglia, Sicilia, Sardegna e Calabria, di epoca compresa tra l’VIII secolo avanti Cristo e il III dopo Cristo.

Le opere d’arte sono custodite nel caveau del Museo nazionale romano delle Terme di Diocleziano prima di essere trasferiti nei musei italiani per la fruizione al pubblico. L’indagine, denominata Teseo, ebbe inizio a margine dell’inchiesta che portò al recupero del famoso vaso di Assteas dal Getty Museum di Malibù.

Il tesoro era rimasto a lungo nascosto in Svizzera, chiuso in cinque magazzini, confiscati dalle forze dell’ordine dopo una lunga trattativa burocratica. Il traffico illecito sarebbe stato realizzato da Gianfranco Becchina, mercante d’arte originario di Castelvetrano, con quartier generale in una galleria d’antiquariato di Basilea.

 

Redazione

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