Yemen nel caos, in piena guerra civile e a un “passo verso il golpe” come ha annunciato il ministro dell’Informazione Nadia Sakkaf dopo gli intensi scontri esplosi nella capitale Sanaa vicino al palazzo presidenziale tra i ribelli sciiti Houthi, che hanno preso il controllo di parte della città nello scorso settembre, e i militari. Secondo fonti mediche, il bilancio attuale sarebbe di due morti e 14 feriti: la situazione è degenerata dopo il rapimento, sabato scorso, del capo di gabinetto del presidente Hadi, Ahmed Awad bin Mubarak.
I miliziani hanno occupato l’agenzia di stampa ufficiale e la stazione televisiva. La battaglia si combatte a colpi di mortaio e con intense sparatorie. Entrambe le fazioni accusano l’altra di avere aperto le ostilità: secondo i ribelli, l’esercito avrebbe aperto per primo il fuoco nell’area del palazzo presidenziale mentre per i militari “regolari”gli Houthi avrebbero provocato i combattimenti assaltando alcuni check-point.
Il presidente Abed Rabbo Mansour Hadi, che si trova nella sua residenza privata lontana dai luoghi degli scontri, avrebbe siglato un accordo per un cessate il fuoco ma lo Yemen vive da tempo una grave crisi interna per la lotta di potere tra il capo dello Stato e gli sciiti che tentano di prendere il potere nel paese arabo.