Sono trattenuti ad Alessandria i tredici membri degli equipaggi dei pescherecci siciliani fermati ieri dalle autorità egiziane. Lo ha reso noto il presidente regionale dell’associazione dei pescatori marittimi professionali di Catania, Fabio Micalizzi.
L'”Alba chiara”, di Siracusa, e il “Jonathan”, di Cagliari, “erano in acque internazionali come dimostra la strumentazione satellitare di bordo”, ha ribadito Micalizzi che ha annunciato la presentazione di un esposto alle Procure di Catania e Siracusa per “abuso di potere”. “La situazione nel mar Mediterraneo – ha denunciato il presidente regionale della Federazione armatori – è diventata incontrollabile dall’Unione europea e dal Patto mondiale di difesa del diritto della navigazione in acque internazionali. La Libia dichiara che le loro acque territoriali si estendono fino a 250 miglia, mentre per l’Egitto fino a 150 miglia, quasi a toccare la costa della Grecia, e così via. Mentre per gli altri i Paesi che rispettano il diritto internazionale le acque territoriali sono entro le 20 miglia dalla costa”. E’ diventato molto rischioso per i pescatori siciliani andare a pescare in acque internazionali del Mediterraneo per poter portare un pezzo di pane a casa, senza tutela da questa assurda situazione, venutasi a creare da alcuni anni”. “Chiediamo al nostro Governo – chiosa Micalizzi – di volere autorevolmente intervenire al fine di dare ai pescatori siciliani, unici a praticare la pesca del pesce spada in acque internazionali, la giusta serenità e sicurezza”.
I due pescherecci, di stanza a Riposto, sono stati sequestrati ieri. L’ambasciata d’Italia al Cairo sta seguendo la vicenda. ” Dalle informazioni trapelate – ha detto Sofia Amoddio, deputato del Partito democratico -gli uomini degli equipaggi starebbero tutti bene. L’ufficio tutela italiani all’estero, ed in particolare la sezione politica ha rassicurato sui contatti continui tra Farnesina, Ambasciata italiana e autorità egiziane. Dalle prime informazioni che ho potuto recuperare, pare che i pescherecci si trovassero all’interno di quella che viene definita zona economica esclusiva. Da qui le rivendicazioni legate alla pesca in quel tratto di mare”.