Il sistema è noto e consolidato: dagli obitori partivano le indicazioni ai familiari dei defunti negli ospedali di Ivrea e Cuorgnè, in Piemonte, sulle imprese di pompe funebri a cui rivolgersi e, allo stesso tempo, alcuni operatori sanitari segnalavano, dietro compenso, alle aziende del settore i decessi avvenuti negli ospedali per consentire ai loro “emissari” di avvicinare i familiari dei pazienti deceduti.
Un business smantellato dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Torino che hanno eseguito 17 perquisizioni personali, domiciliari e locali, due arresti domiciliari e 10 obblighi di dimora nei confronti di 14 indagati per il reato di corruzione. I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Ivrea.
Le indagini, durate mesi impiegando 40 finanzieri, hanno portato alla luce alcuni aspetti particolari: in alcuni casi, per esempio, le salme erano rivestite con più cura dai sanitari se l’impresa incaricata del servizio funebre pagava una somma di denaro. Un servizio che, invece, deve essere svolto dagli operatori sanitari sempre con la dovuta attenzione ed assolutamente senza compenso alcuno.
Un giro di soldi, immortalato e cristallizzato dagli investigatori attraverso pedinamenti, osservazioni nonché intercettazioni telefoniche e riprese video, che coinvolge quattro dipendenti delle strutture ospedaliere di Ivrea e Cuorgnè ed operatori di servizi funebri dell’alto Canavese.