Non riusciva più a tollerare il continuo abbaiare dei cani del suo vicino, lasciati, a suo dire, liberi di correre per strada, così ha impugnato il suo fucile, regolarmente detenuto, e ha ferito uno dei cuccioli.
L’episodio è avvenuto in provincia di Lecce, dove l’uomo, un 53enne, è stato denunciato con l’accusa di maltrattamenti su animale con l’aggravante dell’utilizzo di arma da fuoco: a lanciare l’allarme è stato lo stesso proprietario del cane, che dopo aver udito un’esplosione proveniente dalla villa di fronte al suo appezzamento di terreno, ha notato la ferita sul fianco del povero animale.
All’arrivo degli agenti, il vicino ha ammesso di aver sparato contro il cane, dichiarando di essere esasperato dal fatto che il vicino custodiva in modo precario i suoi cani, che venivano lasciati liberi di scorrazzare per la strada, creando disagio ai residenti.
Secondo il proprietario dell’animale, non è la prima volta che il vicino spara ai suoi cani: l’arma usata è stata adesso sequestrata e l’animale è stato trasportato in una clinica veterinaria, dove verrà sottoposto a un intervento.
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Si può capire benissimo, nonché GIUSTIFICARE, chi, portato all'esasperazione dall'insopportabile rumore vocale emesso da un cane, possa arrivare ad imbracciare il fucile e fare fuoco sull'animale medesimo! Gli animalisti, campioni di buonismo, che sbavano per il "fedele amico a quattro zampe" sono disposti a difendere e a prendere le parti del cane anche quando questo sbrana un bambino, figuriamoci se si "limita" soltanto ad emettere i suoi "suoni melodiosi"!
Chi c'è passato, come me, sa di cosa parlo, sa quanto sia insopportabilmente pesante, stressante (roba da mandarti letteralmente in pezzi il sistema nervoso...) l'abbaiare di un cane. Non puoi riposare, non puoi leggere... anche le attività più semplici ti diventano pesanti, la vita stessa diventa un inferno intollerabile, in certe condizioni.
Sarebbe ora che la legge si liberasse di questo buonismo, viscido e melenso, e cominciasse a considerare veramente il fastidio costituito da queste bestie, nonché dall'arroganza dei cinofili, come un autentico, e grave, problema di rilevanza sociale; intervenendo quindi, seriamente, in tutti quei casi, e ne sono tantissimi, di disturbo alla quiete pubblica arrecato da questi animali, sostenuti dai loro ottusi padroni. In tal modo si potrebbe evitare che la gente, impazzita per la (giustificatissima!) esasperazione, imbracci il fucile e... spari!