Ci sarebbe un forte rischio terrorismo nella regione cinese dello Xinjiang, nell’estremo ovest dove vive l’etnia uigura che condivide le sue origini con il popolo turco. Secondo l’intelligence di Pechino, proprio il confine con la Turchia è l’ultima tappa dell’immigrazione illegale prima di entrare in Medio Oriente per l’addestramento jihadista.
Secondo il quotidiano cinese Global Times alcuni telefoni degli uiguri contenevano materiale “terroristico” e molti di loro hanno confessato di essere diretti in Siria, Pakistan e Afghanistan. Lo scorso anno, anche se le notizie sulla ribellione islamista sono filtrate e strettamente controllate dal comitato centrale, più di 200 persone sono morte in sanguinosi scontri con le forze cinesi, mentre sarebbero centinaia gli arresti e le decine le condanne a morte.
I servizi segreti della Repubblica popolare hanno aumentato gli scambi di informazioni con la Turchia per controllare i musulmani sospettati di terrorismo che sono entrati illegalmente nel Paese trovando rifugio proprio nell’area dello Xinjiang. Nell’ambito di questa operazione sono stati arrestati dieci turchi che avevano venduto passaporti falsi agli uiguri che volevano lasciare la Cina.