Un passo avanti nella ricerca italiana contro il mesotelioma, il terribile tumore associato all’esposizione all’amianto: grazie a una nuova tecnica chiamata “sequenziamento mirato di nuova generazione” (Ngs), utilizzata per la prima volta dal dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino in collaborazione con l’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, è stato possibile individuare i geni responsabili della rapida progressione del tumore e della relativa ridotta sopravvivenza in questo tipo di neoplasia.
“Abbiamo utilizzato un approccio mirato per valutare retrospettivamente alterazioni in 52 geni, fra quelli più frequentemente mutati nei tumori, in 123 pazienti con mesotelioma maligno della pleura in stadio avanzato”, ha spiegato Giorgio Scagliotti, direttore del dipartimento di Oncologia e principale autore dello studio, che è stato pubblicato sul “Journal of Thoracic oncology”.
“Il sequenziamento di nuova generazione è un metodo affidabile – ha proseguito Scagliotti – si concentra infatti su un gruppo specifico di geni invece di ricorrere al più complesso sequenziamento dell’intero genoma. Questo procedimento ha il potenziale per descrivere il tipo, la posizione e il numero di mutazioni genetiche nel mesotelioma e consente di identificare associazioni con le caratteristiche del paziente, compresi i dati di sopravvivenza”.
Scagliotti evidenzia infine che grazie alla nuova tecnica sarà possibile valutare il ruolo delle terapie a bersaglio molecolare nelle neoplasie particolarmente aggressive. Soltanto nel 2014 in Italia sono state stimate circa 1400 nuove diagnosi, e nella maggior parte dei casi, quando viene diagnosticata, è già in fase avanzata, con conseguenti opzioni terapeutiche limitate.