Sulla Stazione spaziale internazionale (ISS), è scattato l’allarme per contaminazione dell’atmosfera da ammoniaca. L’equipaggio, tra i quali l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, ha indossato i dispositivi di sicurezza per la respirazione. Attualmente sono in corso le analisi per l’accertamento delle cause.
L’equipaggio, come da procedura, ha chiuso il portello di collegamento fra la sezione internazionale della ISS e quella russa, isolandosi in quest’ultima. Da questa posizione di sicurezza continuerà l’analisi della situazione nella sezione evacuata.
In serata il messaggio rassicurante, via twetter, da parte dell’italiana Samantha Cristoforetti. “Grazie a tutti, stiamo tutti bene qui nel segmento russo e siamo al sicuro”. Insomma la situazione si è rasserenata dopo una giornata tesa.
Il centro di controllo di Mosca, dopo essersi assicurato delle buone condizioni dell’equipaggio, ha confermato che la situazione è “off-nominal” ma comunque sotto controllo. Attualmente la perdita sembra sia sul circuito B del Nodo 2 mentre nel settore russo le letture sulla contaminazione riportano aria pulita e gli astronauti non indossano più le maschere. Il centro di comando ha autorizzato l’attivazione di due sistemi di ventilazione, uno (Elektron) per la produzione di ossigeno, il secondo (Vozduh) per l’assorbimento di anidride carbonica all’interno della Stazione.
Sulla ISS uno dei pericoli maggiori è la contaminazione da ammoniaca, utilizzata per il raffreddamento dei sistemi nei vari moduli. È un gas altamente tossico e fra i maggiori rischi, se inalata, per gli astronauti a bordo. L’equipaggio è ovviamente addestrato per la gestione di tale tipologia di emergenza, questo è quello che raccontava l’astronauta italiana durante l’addestramento nel suo diario: “Più che un incendio e la depressurizzazione, lo scenario che richiede una risposta immediata senza scherzi è una perdita di ammoniaca in cabina. Se vi state chiedendo da dove quell’ammoniaca potrebbe venire, ecco un po’ di informazioni di base sulla progettazione della ISS. Tutto l’equipaggiamento che abbiamo a bordo genera molto calore, di cui dobbiamo liberarci in qualche modo”.
“Ecco perché abbiamo condutture di raffreddamento – continua la Cristoforetti – che corrono lungo tutta la Stazione: attraverso delle piastre fredde e gli scambiatori di calore della cabina, l’acqua in quelle condutture raccoglie il calore. Nelle condutture abbiamo scambiatori di calore di interfaccia, in cui il calore viene trasferito dalle condutture di raffreddamento interne a quelle esterne. E in queste ultime, avete indovinato, abbiamo l’ammoniaca. Due pompe esterne si assicurano che quell’ammoniaca scorra dagli scambiatori di calore, dove raccoglie il carico di calore, ai grandi radiatori della Stazione, dove il calore viene respinto nello spazio. Così, ora sapete che c’è un’interfaccia fra le condutture esterne dell’ammoniaca e le condutture interne dell’acqua. Cosa accade se c’è una rottura in quell’interfaccia, lo scambiatore di calore? Beh, visto che le condutture esterne sono a una pressione più alta, è probabile che l’ammoniaca fluirebbe nella cabina”.
Non è la prima volta che sulla ISS scatta l’allarme per fuoriuscite di ammoniaca. Era già avvenuto il 13 dicembre 2013 per una valvola difettosa di una pompa del sistema di raffreddamento che era stata sostituita tre anni prima e il 10 maggio dello stesso anno da un radiatore per il raffreddamento dei sistemi elettrici.