L’ultimo presidente della Repubblica a presentare volontariamente le dimissioni è stato Antonio Segni, Capo dello Stato per due anni e mezzo. Era stato eletto il 6 maggio 1962 ed è rimasto in carica fino al 6 dicembre 1964. Il suo mandato è stato il più breve della storia repubblicana dopo quello di Enrico De Nicola.
A cinquant’anni di distanza è toccato a Giorgio Napolitano rassegnare le dimissioni volontarie nel suo secondo mandato consecutivo. Ricevuti gli onori militari, Napolitano continuerà a svolgere attività politica nelle vesti di senatore a vita.
Nato a Sassari il 2 febbraio 1891, Segni fu tra i fondatori nel 1942 della Democrazia Cristiana e nel 1946 venne eletto deputato all’Assemblea Costituente. È stato il quarto Presidente della Repubblica. Dopo aver ricoperto diversi incarichi nei governi Bonomi III, Parri, De Gasperi I, De Gasperi VII e Pella, è stato due volte presidente del Consiglio dei ministri: il quinto dal 6 luglio 1955 al 15 maggio 1957, l’ottavo dal 15 febbraio 1959 al 23 marzo 1960.
Nel 1964 Segni autorizzò il comandante dei carabinieri Giovanni de Lorenzo a predisporre un piano di emergenza, che prese il nome di “Piano Solo”. Alcuni lo definirono come un tentativo di colpo di stato.
Come Capo dello Stato ha conferito l’incarico a tre Presidenti del Consiglio: Amintore Fanfani nel 1962, Giovanni Leone nel 1963 e Aldo Moro (1963-1964). Durante il suo mandato ha nominato tre senatori a vita nel 1963: Ferruccio Parri, Cesare Merzagora e Meuccio Ruini.
Si ricordano anche le dimissioni di Francesco Cossiga (il 28 aprile 1992 a due mesi dalla scadenza naturale del mandato) e quella di Giovanni Leone (15 giugno del 1978 con sei mesi e 15 giorni di anticipo in seguito all’assassinio di Aldo Moro.