Il ministro dell’Interno Angelino Alfano durante l’incontro con la commissione regionale antimafia presieduta da Nello Musumeci ha detto: “Per noi l’allerta rimane altissima, lo è da tempo ormai. Del resto l’Italia fa parte di una coalizione che combatte il terrorismo dal 2011. Il tema dei “lupi solitari” – ha aggiunto Alfano – è molto grave perché risponde a una modalità di reclutamento del califfo che si fonda non molto su cellule organizzate, ma da quando la nuova struttura dell’Islamic state sembra avere preso il sopravvento su Al Queda il reclutamento avviene anche con modalità individuali. Questo produce il rischio della cosiddetta strategia dei mille tagli che tende con mille piccoli attacchi a dissanguare il nemico. È una strategia che si è evidenziata negli organi di informazione connessi agli Islamic state. Noi – ha sottolinea il ministro dell’Interno – siamo attenti e stiamo mettendo in campo le nostre migliori energie dal punto di vista dell’intelligence ma ad oggi nessun Paese può essere a rischio zero”.
Il ministro ha poi parlato dell’inchiesta della Procura di Palermo che indaga su eventuali infiltrazioni di terroristi tra i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia : “Vedremo gli esiti dell’inchiesta della Procura di Palermo, fin qui non è emerso nulla. Noi abbiamo rafforzato ogni forma di controllo ed è importante ribadire che i due francesi parlavano francese ed erano francesi”.
Sulla decisione della cancelliera tedesca Merkel di sfilare in Germania insieme ai musulmani, Alfano ha detto: “La nostra posizione è molto chiara, dobbiamo distinguere tra chi prega e tra chi spara: chi spara è una bestia, un terrorista, qualcuno che tiene in ostaggio una religione e un dio per una volontà assassina. Chi prega deve pregare, può pregare nel rispetto della Costituzione, delle leggi e delle regole italiane. Noi monitoriamo le moschee e i luoghi di culto, io stesso ho espulso l’Imam di San Donà del Piave quando ha fatto incitamento all’odio razziale e alla violenza antisemita – ha detto Alfano -. Oltre dieci sono state le espulsioni nel nostro Paese nel 2014, oltre dieci gli arresti per motivi connessi al terrorismo. Andremo avanti su questa strada, se serve anche avvitando ancora di più i bulloni sul meccanismo delle espulsioni”.
Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, dopo aver incontrato Alfano ha detto: “Per la prima volta nella storia di questo Parlamento – afferma un ministro dell’Interno accetta di essere ascoltato dalla Commissione antimafia. È un segnale di grande sensibilità e attenzione verso le attività della Commissione, che sta svolgendo un ottimo lavoro in silenzio, ma certamente non in solitudine”.
Al termine della seduta in commissione parlamentare antimafia, Alfano ha detto: “Piena disponibilità da parte mia a lavorare affinché gli immobili confiscati alle cosche criminali possano dare una mano a risolvere l’emergenza abitativa”.
Il ministro ha anche parlato del fenomeno dei migranti minori. Un dato allarmante, fornito dal ministero del Lavoro, riguarda la scomparsa di circa 3.707 minori dai centri di accoglienza in Italia. Quelli registrati a seguito degli sbarchi nelle nostre coste sono 14.243. Solo in Sicilia i minori stranieri non accompagnati scomparsi dai centri sono 1.882 su 4.628 registrati. “Abbiamo siglato lo scorso luglio un accordo con Regioni e comuni per dare maggiore efficienza al sistema – ha spiegato Alfano, al termine della seduta dell’Antimafia -. Al ministero degli Interni è stata istituita una specifica unità di missione, perché il tema dei minori ha un profilo di sicurezza, vogliamo che non entrino nel circuito dell’illegalità, a partire dalla prostituzione. Un’azione forte passa dall’inserimento dei dati dei minori nel Ced, poi collegato al sistema di Schengen”.
Tra i temi principali di cui si è discusso durante la commissione, la normativa sullo scioglimento dei comuni per mafia. Dal ’91 a oggi sono 258 i comuni in Italia sciolti per infiltrazioni mafiose, 63 di questi in Sicilia. A proposito dei comuni Alfano ha ricordato il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri, che assorbe parte delle criticità sollevate dalla commissione regionale Antimafia, tra la cui scarsa capacità manageriale dei commissari straordinari, unicità dell’incarico, allontanamento anche dei burocrati durante il periodo di scioglimento, durata del provvedimento e esclusione dei comuni coinvolti dal patto di stabilità. Alfano si è impegnato a integrare il ddl con le osservazioni emerse in commissione Antimafia regionale. “Prendo spunto dalla seduta di oggi per rafforzare quel ddl – afferma il ministro -. Forniremo queste indicazioni anche alla commissione nazionale Antimafia”. Entro due settimane l’Antimafia siciliana, presieduta da Nello Musumeci, trasmetterà un documento al Viminale.
“La commissione Antimafia siciliana è un presidio che rafforza la lotta alla mafia e noi siamo qui oggi per siglare un patto tra di noi contro la criminalità organizzata. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto oggi in commissione Antimafia”, ha detto Alfano, al temine dei lavori.
“Ci riteniamo soddisfatti per l’attenzione mostrata dal ministro ai temi che gli abbiamo posto”. Così il presidente dell’Antimafia siciliana, Nello Musumeci, ha detto al termine della seduta alla quale ha preso parte anche il prefetto di Palermo Francesca Cannizzo.