“L’Italia se vuole stare nella competizione globale deve cambiare, in questi sei mesi abbiamo fatto molto”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Strasburgo, chiudendo il semestre italiano di presidenza Ue. “Noi italiani sappiamo che la nostra sfida non è qui ma a casa nostra”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. “In questi sei mesi di presidenza abbiamo cercato di dare un’anima all’Europa. Per noi l’Europa è libertà”. E ancora: “A nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell’investimento sulla flessibilità”.
Renzi ha poi detto che “il luogo dell’Europa non è la fortezza ma la piazza, non il conflitto e lo scontro ma il dialogo e l’incontro”. E ha aggiunto che c’è una demagogia imbarazzante nel dibattito europeo: “C’è un’idea dell’Europa che serve al mondo da un lato e dall’altro chi investe sulla demagogia e la paura e vuole rannicchiare i nostri valori in una fortezza”. E ha poi chiarito: “Quando si pensa di difendere la nostra identità richiudendoci in fortezze in nome della sicurezza, dobbiamo dire che la libertà è la precondizione per la sicurezza. Non c’è sicurezza possibile senza libertà in Europa. O l’Europa cambia o diventiamo fanalino di coda”.
Il presidente del Consiglio ha dedicato anche una riflessione alle conseguenze degli attentati di Parigi dicendo che “i nostri nemici non potendo ucciderci puntano a cambiare il nostro modo di vivere: non possiamo consentirlo a nessuno. La foto storica della marcia di Parigi – ha continuato – non è quella dei leader ma del popolo, in primo luogo francese, immagini di uomini e donne che non si rassegnano a terrore e paura perché i nostri valori sono più forti degli attentati. Oggi l’Ue ha il compito di identificare il nemico. Perché un nemico c’è e guai a chi finge di non sapere che ci sia. Ma invito quelli che dicono che il nemico è la religione a rileggere un grandissimo discorso fatto dal presidente egiziano, al Sisi: il nemico non è la religione ma quell’ideologia che punta a uccidere”. E spiega che “il rischio che abbiamo non è non vedere il nemico ma che la paura ci possa immobilizzare, bloccare”.
Il premier ha inoltre sostenuto l’importanza di integrazione e identità spiegando: “Il contrario di identità non è integrazione ma anonimato. Il contrario di integrazione è disintegrazione, rottura, distruzione. Qualcuno in queste ore arriva a dire che dobbiamo vivere impauriti e rannicchiati, ponendo identità e integrazione in contrasto, ma da italiano e uomo di sinistra dico che non lasceremo mai la parola identità a chi grida più forte perché è una parola bella, che esprime il senso profondo di essere europei: sono fiero delle mie radici”.
Inoltre il presidente del Consiglio ha rivolto il suo omaggio al Capo dello Stato: “Giorgio Napolitano ha rappresentato anche in questi sei mesi la guida del nostro Paese. Napolitano in queste ore lascerà il proprio incarico avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con l’intelligenza e la saggezza”. Appena il premier ha pronunciato il nome del presidente della Repubblica, dall’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è partito un lungo applauso.
Renzi ha chiuso il suo discorso dicendo: “Emozionati e responsabili, crediamo che l’Europa sia il vero luogo della sfida di domani. L’Italia, fedele al suo messaggio di civiltà, continuerà a lavorare perché l’Europa sia sempre più dei popoli e sempre meno della burocrazia”. E infine: “Il Parlamento Ue è a un bivio: se sceglie di inseguire un messaggio demagogico potrà avere qualche punto in più, non sarà in grado di governare l’Europa”.
Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha promosso l’operato del nostro Paese durante la presidenza del semestre europeo. E ha detto: “Sì, la presidenza italiana ha fatto un buon lavoro, è stata all’altezza, e spero che il governo italiano si ricordi delle sue ispirazioni nobili e che il suo popolo resti europeista anche ora che il semestre è finito”. Juncker ha chiuso il suo intervento dicendo in italiano: “Viva l’Italia!”.
Del parere opposto il segretario della Lega Nord Matteo Salvini che commentato le parole di Renzi bocciando completamente la presidenza del nostro Paese: “Questo semestre di presidenza italiana è stato il nulla: lo dimostra quest’aula deserta. Oggi a degna fine di sei mesi chiacchiere. Auguri alla Lettonia che farà certamente meglio di questo semestre drammatico”. Durante l’intervento del presidente de Consiglio in aula, il leader leghista lo ha più volte interrotto urlando frasi del tipo: “È il deserto, non ti ascoltano neppure i tuoi”. Quando poi Renzi ha annunciato che avrebbe concluso citando Ulisse e Salvini e i suoi hanno risposto con un sonoro “buuu”, il premier si è interrotto e ha ribattuto che “leggere più di due libri è difficile per alcuni di voi, lo capisco”.