Un triste epilogo per il basket femminile ligure e spezzino, la Virtus Carispezia Termo (entrata nel panorama nazionale nel 2004) si è ritirata dal campionato di A1. Il presidente Lorenzo Brunetto ha dovuto fare i conti con una drammatica gestione dell’impianto sportivo del club, il PalaMariotti, che ha reso praticamente impossibili e difficoltosi sia gli allenamenti che i match di campionato.
Le conseguenze per il campionato in corso saranno notevoli. Infatti nessuna squadra retrocederà direttamente, ma dovrà prima affrontare i playout. Una boccata di ossigeno per una formazione come Trieste che, con i suoi due punti all’attivo dopo 14 gare, era ormai ben indirizzata verso una dolorosa retrocessione in Serie A2.
Alla base del prematuro addio della Virtus ci sarebbe un presunto debito del club nei confronti della Stl (società incaricata di gestire il palazzetto), che aveva di fatto impedito alla squadra di La Spezia di potere usufruire dell’impianto. Le sedute di allenamento venivano così svolte altrove, con enorme dispendio economico per le casse della Virtus e con non poche difficoltà per lo staff tecnico.
Secondo quanto sostenuto dalla società, però, alla base del debito ci sarebbe l’applicazione di tariffe errate che avrebbero portato la Virtus a pagare quasi 45 mila euro in più rispetto a quanto effettivamente dovuto. In Comune si è provato il tutto per tutto, compresa l’eventuale compensazione dei debiti con i crediti vantati dalla società, ma il tentativo è stato vano e Brunetto ha dovuto così ritirare il club dal campionato in corso.
Amarissime le parole del patron: “Con il blocco di circa 50mila euro di sponsorizzazioni, non potuto onorare tutti i cotratti. Le società non riescono ad andare avanti, bisogna mettersi una mano sulla coscienza. Saluto e ringrazio tutti: la Virtus è stata sfortunata sin dall’inizio. Ci ritiriamo, ma la mia lotta continua. Forse qualcuno mi ha sottovalutato. Chiederò i danni e andrò fino in fondo”.