Un nuovo “super-antibiotico” arriva dagli Usa | La teixobactina distrugge i batteri “invincibili”

di Antonella Rizzuto

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Un nuovo “super-antibiotico” arriva dagli Usa | La teixobactina distrugge i batteri “invincibili”

| giovedì 08 Gennaio 2015 - 12:35

Dagli Stati Uniti arriva il super-antibiotico che distrugge i batteri invincibili. Si chiama teixobactina ed è in grado di annientare tre dei ceppi più pericolosi facendo crollare le cellule del loro involucro. Secondo i ricercatori della Northeastern University di Boston l’eventualità che questi ceppi sviluppino resistenza anche contro il nuovo antibiotico non si verificherà per almeno 30 anni.

Sulle pagine della rivista Nature, lo studio spiega che molti degli antibiotici finora ricavati, erano prodotti analizzando i microorganismi del suolo, ma già dagli Anni ’60 si erano esauriti i batteri coltivabili in laboratorio. Analizzando circa 10 mila composti antimicrobici, il team guidato da Kim Lewis ha scoperto che la teixobactina riesce a debellare tre dei batteri più pericolosi e resistenti in circolazione: il Clostridium difficile, il Mycobacterium tuberculous e lo Staphylococcus aureus. Questa molecola riesce ad ottenere i suoi effetti legandosi a bersagli multipli, molecole di lipidi e non proteine, come gli altri antibiotici, rallentando così lo sviluppo di eventuali resistenze.

Resistono alle cure antibiotiche e in alcuni casi provocano infezioni mortali. Sono i cosiddetti “superbatteri”, che costituiscono la nuova minaccia alla salute globale. Secondo il rapporto sulla resistenza antimicrobica pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2014, questi ceppi “invincibili” hanno causato in totale almeno 25mila morti nella sola Unione Europea e una spesa sanitaria di circa 1,5 miliardi di euro. Dall’India all’Europa, agli Stati Uniti sono sempre più frequenti i casi di infezioni causate da Streptococchi, Klebsielle ed escherichia coli, che diventano incurabili perché non rispondono agli antibiotici. La minaccia si estende anche ad alcuni ceppi di tubercolosi iper resistenti.

L’Italia è tra i Paesi con la più alta percentuale di resistenza per (quasi) tutti i ceppi di batteri. La resistenza ai carbapenemi del batterio Klebsiella Penumonie, ad esempio, è tra il 25 e il 50%, mentre quella alla terza generazione di cefalosporine, sempre per la Klebsiella, ci vede nella fascia peggiore, quella tra il 25 e il 50%.

Lo stesso discorso vale per Escherichia Coli e Acinetobacter, due dei batteri che causano più comunemente infezioni, mentre anche per lo Stafilococco Aureo resistente alla Meticillina (Mrsa), la cui percentuale di resistenza agli antibiotici è in calo in tutta Europa, l’Italia ha percentuali da primato europeo, fra il 25 e il 50%.

Una situazione preoccupante al punto che i pediatri italiani hanno lanciato l’allarme, evidenziando come l’uso eccessivo di questi farmaci ha fatto sì che ormai il bagaglio antibiotici si sia esaurito e che non si potrà contare su nuove molecole per almeno i prossimi 5 anni.

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