Il settimanale Charlie Hebdo preso d’assalto oggi è nato negli anni 70 come spina nel fianco dell’opinione pubblica perbenista, chiuso e riaperto diverse volte nel corso della sua storia editoriale. Si tratta di un giornale a fumetti satirico che ha fatto della provocazione la sua ragion d’essere. “Journal bete et méchant” (stupido e cattivo), secondo come lo definiscono gli stessi autori. Vi hanno lavorato negli anni caricaturisti come Francis Blanche, Topor, Fred, Reiser, Wolinski, Gébé, Cabu.
La storia di Charlie Hebdo comincia con Hara-Kiri. Nel 1960, Georges Bernier, alias Professeur Choron et François Cavanna lanciano il mensile Hara-Kiri, . Choron ne sarà il direttore. Cavanna, redattore capo. La pubblicazione sarà interdetta dalla magistratura nel 1961 e nuovamente nel 1966. Quest’ultimo divieto verrà tolto sei mesi più tardi, ma allora certi collaboratori non ritornarono alla redazione (come Gébé, Cabu, Topor, Fred), mentre arrivarono Delfeil de Ton, Fournier e Willem.
Mentre la tiratura è solitamente di 140 000 copie, l’8 febbraio 2006 160 000 copie vengono pubblicate e sono tutte vendute. Il giornale fa allora due ristampe e si arriva alle 400 000 copie. Quella settimana, Charlie Hebdo pubblica la serie delle caricature di Maometto del giornale Jyllands-Posten. Le vignette scandinave avevano scatenato delle proteste la settimana precedente in alcuni paesi musulmani dopo che degli imam danesi ebbero fatto una campagna contro le vignette nel mondo musulmano.
Alcune organizzazioni musulmane francesi, come il Consiglio francese del culto musulmano, hanno chiesto la messa la bando del numero del giornale che contiene anche delle caricature di Maometto disegnate da collaboratori regolari del giornale. questa richiesta non è andata a buon fine a causa di un vizio di procedura.