Quasi certamente risolto il caso della morte del giovane Giancarlo Ravidà, il ragazzo di 19 anni morto domenica 4 gennaio dopo essere stato investito la sera precedente da un’automobile nella centrale via Valentini, a Prato.
Un uomo, accompagnato dal proprio legale di fiducia per costituirsi, avrebbe ammesso agli agenti che indagano sull’incidente di essere il conducente dell’auto “pirata”. Sembra che l’uomo non sia di nazionalità italiana ma africana Le sue dichiarazioni saranno vagliate nelle prossime ore. Le accuse nei confronti dell’uomo potrebbero essere omicidio colposo e omissione di soccorso. Le immagini dell’incidente, visionate dagli investigatori, permettono infatti di escludere alcuna volontarietà.
La notizia è stata confermata con un post su Facebook dal cugino della vittima, Domenico Ravidà, che già subito dopo l’incidente aveva sperato di “convincere” il pirata della strada a chiedere perdono e a costituirsi.
“Vi scrivo per chiedervi un favore – aveva postato Domenico Ravidà – mettete mi piace e condividete questo stato perché vorrei arrivi a chiunque abbia notizie dell’assassino di mio cugino, chiunque abbia un particolare, una notizia la comunichi alla polizia di Prato. Voglio scrivere a colui o colei che ha ucciso quel ragazzo di 19 anni, sii uomo, recupera la tua umanità e costituisciti, abbi il coraggio di pagare il prezzo giusto ed ingiusto del tuo atto, abbi il coraggio di chiedere scusa e di mendicare il perdono davanti agli occhi della nonna, del padre, della sorella, degli zii, della madre che da 36 ore sono davanti a quel corpo senza vita, e che, loro , uomini coraggiosi e veri, hanno deciso di donare per dare vita e speranza ad altre persone. Recupera la tua umanità, costituisci e mendica il perdono”.
Giancarlo Ravidà, come evidenziato dalle immagini, aveva cercato disperatamente di evitare l’impatto con l’auto, senza riuscirci ma è rimasto qualche minuto a terra, seminascosto da un’auto parcheggiata, prima che si mettesse in moto la macchina dei soccorsi che poi si sono rivelati inutili e tardivi. Ravidà è spirato domenica mattina all’ospedale di Careggi.