Poteva essere un’ecatombe, evitata grazie all’intervento degli uomini della Guardia Costiera e della Marina Militare. Ieri una nave al largo di Corfù, la Blue Sky ha lanciato un allarme. All’inizio le notizie erano frammentarie, si parlava di persone armate, i numeri erano provvisori.
Subito si è capito però che si doveva trattare dell’ennesimo viaggio della speranza compiuto per mare: gli scafisti si erano dati alla fuga dopo aver lasciato ai profughi un telefono satellitare con il quale chiedere aiuto.
Quando la nave è entrata in acque italiane immediatamente è scattata l’operazione di soccorso. Come ha riferito il portavoce della Guardia Costiera, sulla nave c’erano ben 970 persone, per lo più siriane, e l’imbarcazione aveva il motore bloccato, senza che nessuno lo stesso manovrando. Solo l’intervento di sei uomini della Guardia Costiera, che sono stati verricellati sulla nave, è riuscito ad evitare quella che poteva essere una catastrofe.
La nave infatti poteva finire contro gli scontri: il bilancio delle vittime poteva essere esorbitante. Secondario ma non meno significativo, sarebbe potuto essere il disastro ambientale.
Dopo l’attracco a Gallipoli, in Puglia, diverse persone sono state ricoverate in ospedale.