19.20 – La nave San Giorgio sta per entrare nel porto commerciale di Brindisi: ci vorrà ancora almeno un’ora per completare l’attracco. A bordo più di duecento persone salvate dalla Norman Atlantic, insieme al comandante del traghetto. La nave anfibia sta portando anche le salme. E intanto continuano le operazioni di ricerca degli eventuali dispersi.
15.30 – La nave San Giorgio si sta muovendo per il recupero in mare di una salma e poi si dirigerà a Brindisi. È quanto si legge in un tweet della Marina Militare. Le vittime salgono quindi a 11.
13.50 – Le tre vittime italiane con molta probabilità sono i tre camionisti campani.
12.35 – “L’allarme è stato dato in ritardo, quando le fiamme avevano già raggiunto il bar”: lo ricorda una donna greca, Hieron Urania, una delle persone messe in salvo durante l’incendio del traghetto Norman Atlantic. La donna si trova all’Hotel Nettuno di Brindisi insieme al marito e ad un’altra trentina di naufraghi. I coniugi erano diretti a Milano per trascorrere il Capodanno con i figli. “Per fortuna – racconta ai giornalisti – che noi passeggeri ci siamo aiutati, perché sul traghetto c’era tanta disorganizzazione. Per me – conclude – quella nave non era adeguata a trasportare passeggeri”. Un uomo albanese, residente in Italia, Oendro Sokrat, evidenzia invece “di aver visto camionisti non lasciare i propri mezzi e quindi non hanno rispettato le norme”. Tutti i naufraghi ospiti dell’albergo brindisino stanno bene, ma in molti continuano a sottolineare l’inadeguatezza del traghetto e i ritardi nei soccorsi. “Siamo salvi, ma è stata la peggior esperienza della nostra vita”.
12.18 – Ci sarebbe tre italiani tra le dieci vittime del rogo del Norman Atlantic. Ne dà comunicazione la Guardia Costiera. Sono stati riconosciuti dai parenti i corpi di due dei quattro camionisti italiani che risultavano dispersi. Gli uomini della capitaneria di porto di Barihanno mostrato ai parenti dei camionisti campani, dipendenti dell’azienda Eurofish, le foto di due corpi recuperati in acqua non lontano dal traghetto andato in fiamme. I due erano a bordo del traghetto assieme a un terzo collega e sarebbero stati tra i primi a salire sulle scialuppe di salvataggio non appena scattata l’emergenza a bordo.
CONFERENZA STAMPA BARI – Pochi minuti dopo aver appreso questa notizia, è inizia la conferenza stampa a Bari, aperta da Giuseppe Volpe, procuratore della Repubblica di Bari.
Il procuratore ha ancora una volta sottolineato come la lista dei passeggeri è ancora oggetto di analisi: “Secondo una prima stima provvisoria le persone imbarcate sono 499: 278 passeggeri, 3 clandestini e 18 persone in overbooking” ha detto il procuratore. “Le persone decedute accertate al momento sono dieci, due cadaveri non sono stati recuperati. Le altre salme saranno portate all’istituto di medicina legale di Bari”.
Poi un dato, derivato da sottrazioni e stime che ancora sono tutte da verificare: “Sono circa 179 le persone di cui non abbiamo notizie, probabilmente sono state imbarcate da due mercantili diretti in Grecia”.
“Essendosi imbarcati numerosi clandestini – ha continuato Volpe – abbiamo il timore di trovare altri cadaveri all’interno del traghetto, dopo che lo avremo recuperato”.
11.30 – La nave San Giorgio è ancora bloccate in acque albanesi: il porto di destinazione per i naufraghi a bordo della nave anfibia della Marina Militare è Brindisi. Ancora non si sa quando arriveranno: ci sono circa cinque ore di navigazione. A Brindisi è tutto pronto per l’accoglienza.
10.30 – Il traghetto Norman Atlantic sarebbe attualmente rimorchiato da un mezzo navale albanese verso Valona. Lo si apprende a Brindisi da fonti investigative. Al seguito del traghetto ci sono anche i rimorchiatori italiani della famiglia brindisina Barretta delegata dalla procura di Bari, di eseguire il sequestro della nave e di occuparsi della custodia giudiziale della imbarcazione.
10.10 – Due operai albanesi sarebbero deceduti mentre lavoravano al recupero del Norman Atlantic: erano a bordo di una pilotina e cercavano di mantenere in asse il traghetto.
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Sono indagati per naufragio ed omicidio plurimo colposi il comandante del Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, e l’armatore della nave, Carlo Visentini. Gli inquirenti hanno ascoltato una quarantina di persone, testimoni del naufragio, tra passeggeri ed alcuni membri dell’equipaggio. La dinamica dei fatti, soprattutto le cause e le modalità di propagazione dell’incendio, saranno accertate con approfondimenti tecnici sulla nave che è stata posta sotto sequestro dalla magistratura barese anche se il provvedimento è stato eseguito per rogatoria dalle autorità giudiziarie albanesi.
Il bilancio parla di dieci morti e di 427 persone salvate ma non è sempre più incerta la situazione dei dispersi: i media greci dicono che ce ne sarebbero circa 38. Il ministro Lupi e il ministro Pinotti hanno sottolineato più volte in conferenza stampa che ancora i numeri non possono essere delineati in modo definitivo: sarebbero 427 le persone soccorse. Hanno dichiarato che hanno inviato alle autorità greche i nomi delle persone tratte in salvo, in modo da poter fare i controlli incrociati con la lista dei passeggeri. Un problema di non poco conto riguarda i clandestini: molti dei salvati infatti non erano regolarmente registrati e quindi è stato ancora più difficile fornire i numeri dell’operazione di salvataggio. Lupi ha sottolineato – sempre in conferenza stampa – che si potrà sapere qualcosa nel dettaglio solo nei prossimi giorni.
La lista dei passeggeri ufficiale infatti è risultata falsa. All’appello però mancherebbero anche quattro italiani: un messinese e tre napoletani, tutti camionisti.
Cresce l’attesa e l’apprensione per Giuseppe Mancuso, l’autotrasportatore di 57 anni, originario di Rocca di Caprileone (Me) che si trovava sulla Norman Atlantic e del quale non si hanno notizie da circa 30 ore. I familiari attendono novità nella loro casa in paese. Oggi, per tutta la giornata, hanno tentato di mettersi in contatto con l’Unità di crisi della Farnesina per avere notizie.
Alle 5 di mattina aveva telefonato a casa avvertendo dell’incendio a bordo della nave, poi non c’è stato più alcun contatto. “Èscandaloso che ancora non ci sia una lista dei feriti, – sottolinea il deputato regionale di Forza Italia e sindaco di Rocca di Caprileone Bernadette Grasso -, delle persone decedute e di quelle tratte in salvo. Dalle ultime notizie sembra che Mancuso potrebbe essere nel gruppo fatto salire a bordo di mercantili per essere portati in salvo, ma anche di questo ancora non c’è certezza. Abbiamo anche saputo che non ci sarebbero fino ad ora italiani morti e questo ci ha un po’ rassicurato”. Il figlio di Mancuso è un consigliere comunale. L’autotrasportatore è partito qualche giorno fa dalla Grecia e sarebbe dovuto arrivare a Brindisi per poi tornare a Rocca di Caprileone, dove l’aspettava la famiglia per festeggiare l’ultimo dell’anno.
E non si hanno ancora notizie di altri tre camionisti napoletani. Gli inquirenti hanno chiamato i parenti di questi ultimi perché si teme che possano essere tra le dieci salme recuperate e non ancora riconosciute.