Durante la conferenza stampa di fine anno, il premier Renzi ha fatto subito un accenno alla situazione nel mar Adriatico esprimendo il suo più sentito ringraziamento.
Prima ha confermato il bilancio delle vittime: “Sono stati rinvenuti altri quattro cadaveri” ha annunciato il premier, “il computo delle vittime sale a 5”. Poi i riflettori puntati sui soccorritori: “Il lavoro fatto finora è stato strepitoso, ci rende orgogliosi del tricolore e della comune appartenenza, un lavoro francamente impressionante. Una straordinaria dedizione di coloro i quali hanno consentito di evitare un’ecatombe nel mare”.
“L’Italia ce la può fare, è un Paese vive, ne sono convinto. Siamo andati nei luoghi della crisi e dico che avendo visto i luoghi della difficoltà sono ancora più convinto che faremo correre l’Italia, che è la vera sfida del 2015″ ha detto Renzi.
“La parola del 2015 è di nuovo ‘ritmo’, l’Italia deve continuare sulla scia del cambiamento avviato l’anno scorso” ha continuato il premier. “Siamo il governo che ha fatto meno leggi e più riforme, ma abbiamo bisogno di fare molto, di fare di più. L’Italia è tranquillamente nelle condizioni di farcela, non lo direi se non ne fossi convinto”.
Dopo il suo breve intervento è stato lasciato spazio ai giornalisti e alle loro domande che all’inizio si sono concentrate soprattutto sulle possibili elezioni di un nuovo Presidente della Repubblica. Il premier ha risposto un po’ “stizzito”: “Abbiamo fatto tante di quelle riforme e voi vi concentrate solo su questo? Volete giocare ad “Indovina chi?” io non partecipo”.
“Se e quando Napolitano deciderà di lasciare avrà il diritto anzi il dovere da parte nostra di ricevere un grazie. Fino a quel momento ogni discussione è vana, da quel momento siamo nelle condizioni di poter individuare un successore.La legislatura dura fino al 2018. ci sono i numeri per eleggere il presidente della Repubblica” ha continuato il presidente del Consiglio.
“Test politico? È una cosa inesatta, quello sul Quirinale è un voto istituzionale di grande rilievo e importanza. Non è un voto di fiducia sulla maggioranza”.
“Ho grande stima della magistratura, è seria, non interferisce con le vicende politiche, non c’è possibilità per una classe politica che faccia il proprio mestiere di essere condizionata da qualsivoglia intervento esterno. Non ne vedo, sono certo che l’elezione del presidente non risentirà di questo” ha dichiarato il premier.
Dopo Renzi ha affrontato anche il tema del cambiamento che deve essere necessario anche in Europa; il Jobs Act e una riforma che secondo il premier andrebbe fatta sul pubblico impiego. “Per me va creato un meccanismo per cui chi nel pubblico sbaglia paga e chi non lavora bene deve essere mandato a casa” ha detto Renzi.
“In dieci mesi abbiamo fatto una riforma del mondo del lavoro, ma non abbiamo nemmeno avuto il tempo di festeggiare che già qualcuno ha chiesto: ‘E sul pubblico impiego?’. Ci lavoreremo a partire da febbraio perché si tratta di cose diverse” ha dichiarato Renzi. “Basta aver pazienza: voglio garantire che noi non ci stanchiamo”. Il premier ha tenuto a precisare più volte che il tema non è affrontato all’interno del Jobs Act – non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego – ma sarà nel disegno di legge Madia. “Chi lavora bene ha il diritto di vedere che chi sbaglia paga” ha detto.
Affrontata anche la vicenda dei Marò. “L’India è un paese amico, alleato dell’Italia e proprio per questo negli ultimi giorni ha aperto un canale di confronto diretto. Pensiamo che sia utile per chiudere questa vicenda mantenere i canali legittimi giudiziari e diplomatici senza inutili show o iniziative che mi suonano incredibili. Speriamo di poter portare a casa il risultato in un’ottica di collaborazione con le autorità indiane”.
“Per me i ‘gufi’ sono quelli che negano la possibilità all’Italia di farcela, quelli che dicono che l’Italia non ce la può fare, non chi parla male del governo Renzi perché capita anche a me di farlo. Ma io non ho voglia di lasciare l’Italia a chi ne parla male” ha detto il premier. “Meglio essere giudicati arroganti che disertori. Stiamo cercando di cambiare concretamente il ritmo di questo Paese, pazienza se ci offendono”.
Poi una piccola stoccata sui giornalisti che tendono a fare dei titoli “veloci” e a dimenticare in fretta degli argomenti che fino a qualche mese fa avevano tenuto banco come l’amnistia e di cui non parla più nessuno. “Abbiamo aumentato i posti letto nelle carceri e lavorato a pene alternative ma questo non fa notizie, nessuno lo scrive”.
“Gli sconti si fanno al supermercato non ai corrotti” ha detto il premier rispondendo alle domande sulla vicenda di Mafia Capitale. E poi aggiunge: “I reati nel 2014 nel nostro Paese sono diminuiti del 7,7%”.
Renzi ha fatto anche un cenno alla nuova legge elettorale; alla legge sui finanziamenti ai partiti che “va benissimo”; all’attenzione sulla scuola; ha confermato gli obiettivi della spending review; ha detto che il processo sulle privatizzazione sarà continuato anche nel 2015. “Nessuno può negare che l’Italia sta cambiando” ha chiosato sul finire il premier.
“Sarà un anno difficile – ha concluso il premier. Se falliremo sarà colpa mia ma di sicuro ci avremo provato. E ci proverò fino all’ultimo giorno”.