Da quasi un mese due donne saudite si trovano agli arresti per aver sfidato il divieto di guida. Ora sono state deferite alla Corte criminale specializzata di Riyad, istituita per processi per terrorismo ma utilizzata anche per dissidenti pacifici e attivisti. Si tratta di Loujain al-Hathloul, di 25 anni, e Maysa al-Amoudi, di 33, ma secondo persone vicine alle due giovani, entrambe non sarebbero accusate per avere sfidato il divieto di guida, bensì per alcune opinioni espresse online.
Secondo gli attivisti, è la prima volta che donne che guidano vengono deferite alla Corte criminale specializzata di Riyad e si tratta della detenzione più lunga nella storia dell’Arabia Saudita.
Loujain Hathloul era stata arrestata il primo dicembre, dopo essere stata fermata per oltre ventiquattrore alla frontiera tra l’Arabia Saudita dove le donne non possono guidare – e gli Emirati arabi uniti da dove proveniva a bordo di un’auto. La giornalista Maysaa Alamoudi, anche lei saudita ma trasferitasi negli Emirati, è stata arrestata per aver difeso Loujain. “Il loro caso sarà portato davanti ad un tribunale anti-terrorismo”, ha detto un attivista precisando che i loro avvocati sono pronti a ricorrere in appello.
Le due donne arrestate hanno molti follower su Twitter, 228.000 Loujain e 131.000 Maysaa, e hanno creato un programma su Youtube contro il divieto per le donne di guidare. L’Arabia Saudita, Paese ultra-conservatore, è l’unico Stato al mondo in cui alle donne non viene riconosciuto questo diritto.
Da anni le autorità saudite provano a bloccare i tentativi delle donne di guidare. Nonostante non ci sia alcuna legge che lo vieta nel Paese, le autorità non rilasciano loro la patente e i religiosi ultraconservatori hanno emesso editti contro le donne al volante.