Non fumatori, non lettori, non laureati | L’Istat racconta come sono gli italiani

di Redazione

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Non fumatori, non lettori, non laureati | L’Istat racconta come sono gli italiani

| martedì 23 Dicembre 2014 - 12:58

Come ormai ogni anno, dal 1878, l’annuario statistico dell’Istat fornisce una fotografia del nostro Paese, analizzando i principali temi ambientali, sociali ed economici. Ecco alcuni dati tra i più significativi.

Territorio – Bel Paese a rischio sismico

Nel 2013 sono stati registrati complessivamente 21.369 eventi sismici, quasi tutti di magnitudo inferiore a 4,0. Anche se il numero totale di terremoti è superiore a quello del 2012, l’intensità è risultata minore: gli eventi di magnitudo uguale o superiore a 5 sono stati solo due contro i 10 dell’anno precedente. In una prospettiva temporale più ampia (1983-2013) è sempre il 2012 l’annus horribilis per i terremoti nel nostro Paese, se ne contano ben 56 di intensità superiore a 4,0, segue il 2009 con 53. La spending review ha dato un taglio anche al numero di comuni. Storicamente l’Italia è il Paese delle tante municipalità. Al 31 dicembre 2013 sette comuni su dieci hanno una popolazione pari o inferiore ai 5 mila abitanti. Questa frammentazione amministrativa è comunque in via di riduzione per effetto della politica di contenimento della spesa pubblica che sta incidendo sul numero dei comuni; nei primi mesi del 2014 sono scesi a 8.057 unità, un livello simile a quello del 1971.

Popolazione e famiglie – Un milione di abitanti in più dell’anno precedente

Al 31 dicembre 2013 si contano in Italia 60.782.668 residenti (29.484.564 maschi e 31.298.104 femmine), oltre un milione in più rispetto all’inizio dell’anno (+1,8%). La ripartizione in cui si è registrato il maggiore incremento è il Centro (+3,3%); quella con il maggior numero residenti è il Nord-ovest (16.130.725, il 26,5% del totale). Nel 2013 i decessi sono stati 600.744, in calo rispetto all’anno precedente (612.883); più consistente è la riduzione delle nascite (514.308 contro 534.186 del 2012); di conseguenza il saldo naturale (-86.436) è più negativo rispetto a quello dell’anno precedente (-78.697).

Stranieri più di sette residenti su cento

Al 1° gennaio 2013 (ultimo dato disponibile) gli stranieri residenti sono 4.387.721 (l’8,3% in più di un anno prima) e costituiscono il 7,4% della popolazione complessiva. Il 28,3% dei cittadini stranieri proviene dall’Ue, il 24,3% dall’Europa centro-orientale e il 14,1% dall’Africa settentrionale.

Si vive sempre di più

Grazie alla costante riduzione dei rischi di morte a tutte le età, prosegue nel 2013 l’incremento della speranza di vita alla nascita: per gli uomini da 79,6 del 2012 a 79,8 anni e per le donne da 84,4 a 84,6.3 All’interno dell’Unione europea solo la Svezia ha una situazione migliore per gli uomini (79,9 anni), mentre per le donne la speranza di vita è più alta in Spagna (85,5) e Francia (85,4) (dati 2012). Al 1° gennaio 2013 l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione over 65 e quella under 14) raggiunge il valore di 151,4% da 148,6% dell’anno precedente. Sul territorio, è la Liguria la regione con l’indice di vecchiaia più alto (238,2 anziani ogni 100 giovani) mentre quella con il valore più basso è la Campania (106,4%). Nell’Ue a 27 paesi l’Italia si conferma al secondo posto, preceduta dalla Germania che ha circa 160 anziani ogni 100 giovani.

In lieve calo l’instabilità coniugale

Le separazioni legali passano da 88.797 del 2011 a 88.288 del 2012; i divorzi da 53.806 del 2011 a 51.319 del 2012. Come negli anni precedenti, le separazioni consensuali sono decisamente di più delle giudiziali, rappresentano l’85,4% circa del totale.

Sanità e salute  – Pranzo a casa e colazione adeguata, il modello italiano non cambia

In Italia fatica a prendere piede l’abitudine al pasto veloce fuori casa. Anche nel 2014 il pranzo è il pasto principale e in oltre sei casi su dieci viene consumato fra le mura domestiche. La quota più bassa si registra tra gli uomini di 35-44 anni (51,2%). Diffusa e stabile nel tempo è anche la consuetudine a fare una colazione adeguata al mattino: circa otto persone su dieci abbinano al caffè o al tè alimenti nutrienti come latte, biscotti, pane. Questo comportamento salutare è più diffuso fra le donne (83,2%) rispetto agli uomini (77%).

Sempre meno fumatori in Italia ma un terzo dei ragazzi non rinuncia

Prosegue il declino dell’abitudine al fumo. Nel 2014 si dichiara fumatore il 19,5% della popolazione over14, contro il 20,9% nel 2013 e il 21,9% nel 2012. Il tabagismo è più diffuso fra gli uomini (24,5%) che fra le donne (14,8%). Per i primi il picco viene raggiunto nella classe di età 25-34 anni (33,5%) mentre per le fumatrici nella classe di età 20-24 (20,5%).

Giustizia criminalità e sicurezza

Continua a scendere a livello nazionale l’indice di affollamento delle carceri, ovvero il rapporto tra  detenuti presenti e posti letto previsti. Nel 2013 si attesta a 131,1 da 139,7 del 2012. La situazione è più critica nel Nord (142,3 detenuti per 100 posti letto), ma anche nel Mezzogiorno e al Centro i valori sono ben lontani da quello ottimale. Tra le regioni i valori oscillano tra 163,4 della Liguria e 78,9 della Sardegna, l’unica regione che ha un tasso di affollamento inferiore a cento. In lieve diminuzione il rischio di criminalità percepito dalle famiglie Nel 2014, tre famiglie su dieci giudicano a rischio di criminalità la zona in cui abitano (31% nel 2013). Il rischio è percepito di più in Lombardia (37,2%) e meno nella Provincia autonoma di Bolzano (9,1%), unica realtà territoriale dove l’indice si posiziona sotto il 10%.

Istruzione e formazione

Il livello di istruzione della popolazione italiana si è costantemente innalzato nel corso del tempo. Quasi tre persone su dieci hanno un diploma di scuola secondaria superiore (29,2%), mentre sono il 12,3% quelli che hanno conseguito un titolo di studio universitario.

Sempre meno giovani si iscrivono all’università

Il passaggio dalla scuola secondaria all’università (calcolato rapportando gli immatricolati all’università ai diplomati di scuola secondaria superiore che hanno conseguito il titolo nello stesso anno solare) è andato progressivamente riducendosi dopo la forte crescita negli anni di avvio della riforma (72,6 immatricolati su 100 diplomati nel 2003/2004). Nell’anno accademico 2012/2013 è al 55,7 per cento, con i valori più alti per i residenti nelle regioni del Nord-ovest e in quelle del Centro (entrambe 60,2)

Le donne sono più propense a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria (le diplomate che si iscrivono a un corso universitario sono circa 62 su 100, i diplomati appena 50) e pure a portare a termine il percorso accademico. Infatti, tra i laureati triennali e a ciclo unico (ossia tra coloro che hanno conseguito almeno un titolo di formazione universitaria), il tasso di conseguimento della laurea (laureati per 100 venticinquenni) è al 37,6% per le ragazze e al 25,2 per i coetanei. Fra coloro che hanno concluso percorsi “lunghi” (corsi di durata da quattro a sei anni e lauree specialistiche biennali) le laureate sono 24,1 ogni 100 venticinquenni e i laureati 15,7 ogni 100.

Cultura e tempo libero – I musei attirano sempre più visitatori

Nel 2013, oltre 38 milioni e 190 mila persone hanno frequentato i431 luoghi di antichità e arte presenti sulla Penisola, circa 1 milione e 800 mila in più rispetto al 2012. Nelle regioni del Centro si concentrano circa quattro musei statali su dieci, i quali attirano quasi i due terzi (64%) dei visitatori complessivi. In particolare, spiccano i numeri del Lazio – con 17,6 milioni di ingressi – e della Toscana, che da sola registra quasi lo stesso numero di visite (poco più di 6,1 milioni) totalizzate dall’insieme delle regioni del Nord.

Scende la tiratura dei libri

Nel 2012 sono stati pubblicati 59.230 libri, per un totale di 179 milioni di copie. Rispetto all’anno precedente il numero dei titoli è rimasto stabile ma la tiratura è diminuita quasi di un quinto. Aumentano le prime edizioni, che rappresentano il 64,8% della produzione. A dominare il panorama editoriale sono i grandi editori i quali, pur rappresentando poco più di un decimo del 6 totale, hanno prodotto 235 titoli con una tiratura di quasi 840 mila copie. La piccola editoria, che pesa il 58,7% sul totale, ha invece pubblicato in media 4 titoli in circa 5 mila copie.

Continua a scendere anche la percentuale di lettori di libri. Nel 2014 si dedica alla lettura il 41,4% delle persone in età scolare (-1,6 punti percentuali rispetto al 2013). A diminuire sono soprattutto i lettori deboli (chi legge al massimo tre libri nell’arco di un anno) che passano dal 46,6% di un anno fa al 45%; rimane invece stabile la quota di coloro che leggono 12 libri e più. I lettori più accaniti sono i giovani tra gli 11 e i 19 anni (il 53,5% degli 11-14enni e oltre il 51% dei 15-19enni) ma anche le donne leggono più libri degli uomini (48% contro 34,5%).

Sempre più internauti

L’uso della tecnologia sta lentamente prendendo piede nel nostro Paese. Nel 2014 cresce leggermente, dal 54,3% di un anno fa al 54,7%, la quota di popolazione che utilizza il personal computer mentre registra un deciso balzo in avanti, dal 54,8 al 57,3%, la percentuale di chi si collega ad Internet. I più assidui sono i giovani under20 – quasi nove su dieci – ma gli utilizzatori del pc aumentano anche fra i 65-74enni (21,2% contro 19,5% di un anno prima) e gli ultrasettantacinquenni (4,7% dal 3,9% nel 2013). Un andamento analogo si registra anche per gli internauti.

Sedentari quattro italiani su dieci

Gli italiani non hanno una particolare affezione verso la pratica sportiva. Meno di un terzo della popolazione di tre anni e più (31,6%) pratica nel tempo libero uno o più sport; fra questi il 23% vi si dedica con continuità, l’8,6% in modo saltuario. C’è poi un ulteriore 28,2% che svolge qualche attività fisica come fare passeggiate di almeno due chilometri, nuotare o andare in bicicletta mentre i veri sedentari sono circa quattro su dieci. Lo sport continuativo viene praticato di più fra i 6 e i 17 anni mentre l’attività sportiva saltuaria è peculiare fra i 18-24enni.

Lavoro e retribuzioni

Prosegue l’aumento degli occupati adulti dopo la riforma delle pensioni

Nel 2013 sono 22.420.000 gli occupati, 478.000 in meno rispetto all’anno precedente. La riduzione dell’occupazione riguarda entrambi i sessi ma la perdita maggiore tocca gli uomini (-2,6% contro -1,4%). A seguito dell’innalzamento dell’età pensionabile, continua a crescere la quota di occupati 55- 64enni (da 40,4 a 42,7%) mentre si riduce il tasso di occupazione tra i giovani, soprattutto fra i 15- 24enni (da 18,5 a 16,3%) e i 25-34enni (da 63,8 a 60,2%).

La diminuzione degli occupati riguarda sia i lavoratori dipendenti (-335.000) sia gli indipendenti (-143.000).

Il tasso di occupazione è al 55,6%, valore che si mantiene ampiamente al di sotto della media Ue (64,1%); quello maschile si attesta al 64,8% (66,5% nel 2012), mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,5% (47,1% l’anno precedente). Rimangono ampi i divari territoriali, con il tasso di occupazione che al Nord è oltre venti punti più elevato di quello dell’area meridionale. Nel 2013 le persone in cerca di occupazione crescono di 369.000 unità (+13,4%). Il tasso di disoccupazione sale al 12,2% (da 10,7%), quello di inattività al 36,5% (da 36,3%).

Condizione economica, vita quotidiana e consumi delle famiglie

Casa di proprietà per più di sette famiglie su dieci

Nel 2013 il 73,4% delle famiglie è proprietario dell’abitazione in cui vive, in crescita rispetto al 2012, quando era il 72,4%. Fra queste, il 16,6% sta pagando un mutuo (quota pressoché stabile rispetto agli anni precedenti). Le famiglie che vivono in case in affitto sono invece il 16,7%. Tra queste il 74,3% vive in abitazioni di proprietà di un privato, il 19% in case di proprietà di enti pubblici (quota invariata rispetto al 2012). Ad incidere maggiormente sulla spesa totale per le utenze ed i servizi delle abitazioni è la bolletta del gas, che rappresenta il 2,6% della spesa totale, seguita da quella dell’energia elettrica (2,1%) e dalla bolletta telefonica (1,5%).

La lenta sparizione del telefono fisso

Continua il calo della quota di famiglie che possiedono il telefono fisso (dal 72,8% del 2009 al 64% del 2013), mentre sono sempre di più quelle che hanno un telefono cellulare (dall’87,8% del 2009 al 91,5% del 2013). Sempre più diffusi anche altri beni durevoli, come il personal computer (dal 52,3% al 59,8%), il condizionatore d’aria (dal 33,5% al 37,1%) e la lavastoviglie (dal 44,5% al 48%).

 

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