La Corte d’Assise di Chieti ha assolto tutti i 19 imputati nel processo per le cosiddette discariche dei veleni della Montedison scoperte a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 2007. Non sono stati condannati per il reato di avvelenamento delle acque e, per quanto riguarda l’altro capo di imputazione, il disastro ambientale, la Corte ha derubricato il reato in disastro colposo e gli imputati sono stati giudicati non colpevoli per sopraggiunta prescrizione.
Le motivazioni verranno depositate entro 45 giorni. I pm avevano chiesto condanne che andavano dai 12 anni e 8 mesi ai 4 anni. I 19 imputati erano fra ex dirigenti e tecnici dell’allora Montedison.
“Il disastro ce l’abbiamo, esiste, e ce lo teniamo”, afferma Augusto De Sanctis, referente del Forum Acque Abruzzo, e storico protagonista delle associazioni ambientaliste per il processo sulla megadiscarica di Bussi. De Sanctis, nel commentare la sentenza spiega che “sull’avvelenamento siamo di fronte a una falda che ha un disastro ma che come avvelenamento non sussiste: non ci sono colpevoli pur di fronte all’acqua avvelenata e a un disastro accertato”.
“Il disastro permane e se permane ci sarà un problema di bonifica. C’è un elemento positivo: che si perviene finalmente a un accertamento e questo è il dato che noi dicevamo sempre di necessità per poter arrivare poi alla bonifica”. Lo ha detto l’avvocato Tommaso Navarra che rappresenta il Wwf, parte civile, nel processo per le discariche di Bussi. “Non è questo il momento delle delusioni, dobbiamo ancora leggere le motivazioni. Certo è che il fatto di disastro c’è, permane ed è stato accertato tant’è che si perviene ad una prescrizione e non a un’assoluzione nel merito. Si aprono scenari che già sapevamo – ha aggiunto Navarra: c’è un disastro ambientale da affrontare per la nostra regione. Non c’è delusione perché avevano sempre chiesto una sentenza, la sentenza c’è stata e dice che c’è un disastro, dice che non c’è un disastro che afferisce ad una volontà degli imputati ma a una responsabilità a titolo di colpa”.
“Una vera vergogna”. Così Legambiente bolla la decisione della Corte d’Assise di Chieti sulle discariche di Bussi. “Dopo la sentenza dell’eternit ancora una sentenza che non trova i colpevoli – afferma Legambiente – accusati a vario titolo di disastro e di avvelenamento delle acque, sono stati tutti assolti per questo capo d’accusa, perché ancora non c’è il reato di disastro e di inquinamento ambientale e la prescrizione scatta come una mannaia, come se gli effetti nefasti dei reati ambientali potessero essere calcolati solo nel momento in cui l’atto illegale è stato compiuto e non in base agli effetti che continuano a provocare nel tempo sulla salute e sull’ambiente”.