Il cinema italiano perde una delle sua esponenti più brave e affascinanti. All’età di 78 anni è morta Virna Lisi. Il figlio Corrado, che ha dato la notizia, ha detto che la madre si è spenta tranquillamente nel sonno nella sua casa romana, dopo aver scoperto solo un mese fa di avere una malattia incurabile.
Una storia particolare la sua, già dalla nascita. Il suo nome avrebbe dovuto essere Siria, tuttavia all’anagrafe lo rifiutarono, poiché la Siria non era un Paese alleato dell’Italia. Il padre inventò allora su due piedi il nome Virna, scoprendo solo dopo che era un nome realmente esistente.
Nata ad Ancona, dopo aver vissuto a Jesi, suo padre Ubaldo, commerciante di piastrelle di marmo, si trasferisce per motivi di lavoro a Roma con tutta la famiglia. Qui Virna è scoperta dal cantante ed attore Giacomo Rondinella, che le fa presenta il produttore cinematografico Antonio Ferrigno, che la mette sotto contratto all’età di quattordici anni.
Inizia così a muovere i primi passi nel cinema, adottando lo pseudonimo Virna Lisi; nella prima metà degli anni cinquanta recita con dei ruoli di rilievo in numerosi film del genere strappalacrime, allora molto in voga, diretti da registi come Carlo Borghesio, Giorgio Pastina e Luigi Capuano. Una carriera proseguita senza battute d’arresto e divisa tra piccolo e grande schermo.
Viene scritturata in commedie di successo come “Le diciottenni” di Mario Mattoli (di cui è protagonista accanto a Marisa Allasio) e “Lo scapolo” di Antonio Pietrangeli del 1955 con Alberto Sordi, mentre l’anno successivo riesce finalmente a dare prova anche delle sue capacità drammatiche in “La donna del giorno”, di Francesco Maselli, in cui interpreta una ragazza che si affaccia al successo grazie alla pubblicità, pagandone le conseguenze. Due anni dopo proprio grazie a una pubblicità le arriva la grande popolarità: il dentifricio Chlorodont la scelse infatti per interpretare i propri sketch all’interno della storica rubrica televisiva Carosello, il cui slogan, con quella bocca può dire ciò che vuole, ottenne immediato successo e divenne un vero e proprio tormentone di quegli anni.
Nel 1957 recitò la parte di Elizabeth Bennet nello sceneggiato televisivo della Rai “Orgoglio e pregiudizio”, basato sull’omonimo romanzo di Jane Austen, diretto da Daniele D’Anza ed interpretato accanto a Franco Volpi ed Enrico Maria Salerno, mentre nel 1958 al cinema compare accanto a Totò e Peppino De Filippo nella commedia”Totò, Peppino e le fanatiche”; nel 1959 interpreta la contessa Virginia Oldoini di Castiglione in un altro storico sceneggiato televisivo, “Ottocento” con Sergio Fantoni e Lea Padovani, diretto da Anton Giulio Majano (quest’ultimo, sempre nel 1959, dirige la Lisi anche al cinema nel film in costume Il padrone delle ferriere in cui recita accanto a Warner Bentivegna).
Elegante, sempre perfetta, ha però detto tanti no nella sua carriera. Tra gli altri a Ferzan Ozpetek. Tra i suoi altri storici rifiuti quello per Barbarella che fu la fortuna di Jane Fonda. ”Volevano farmi fare Barbarella – racconta – ma io non avevo voglia di mettermi le ali d’argento, la tutina e la parrucca”. E il carattere indipendente, unito alla nostalgia di casa, la portarono al gran rifiuto. ”A Hollywood – ricorda – c’erano contratti terribili che venivano venduti e ricomprati da una major all’altra come al mercato degli schiavi. La preparazione di un film durava mesi, mi impedivano di prendere l’aereo e venire a trovare mio marito, in più avevo un bambino piccolo. Insomma, non era la vita per me”.
Nel 1996 torna a recitare in Italia con un altro film tratto da un romanzo: questa volta un ruolo da protagonista in “Va’ dove ti porta il cuore” di Cristina Comencini, basato sul libro omonimo di Susanna Tamaro. Il film, ancora una volta, le valse un premio e una nomination: la vittoria arrivò ai Nastri d’argento come miglior attrice protagonista, mentre fu solo rinviata di qualche minuto con la candidatura ai David di Donatello per la stessa categoria. La sconfitta ad opera di Valeria Bruni Tedeschi nella categoria riservata alla migliore attrice protagonista dell’anno fu infatti compensata dalla consegna all’attrice di un premio speciale per il prestigio della sua carriera.
Nello stesso anno, il 1996, tornò a recitare per la televisione: fino al 2001, infatti, Virna Lisi prese parte a “Uno di noi “(1996),”Deserto di fuoco” (1997), “Cristallo di rocca” (1999), “Le ali della vita” e “Le ali della vita “2 (2000 e 2001), “Piccolo mondo antico” (2001), “La memoria e il perdono” (2001), “Occhi verde veleno” (2002), “I ragazzi della via Pál” (2003) e alla prima stagione de “Il bello delle donne” (alla quale avrebbe successivamente partecipato alle successive due stagioni, fino al 2003).
Nel 2002 torna al cinema, ancora una volta in una pellicola diretta da Cristina Comencini, “Il più bel giorno della mia vita” interpretato a fianco di Margherita Buy, Luigi Lo Cascio, Ricky Tognazzi e Sandra Ceccarelli e per questo film si aggiudica il suo sesto Nastro d’argento.
Dopodiché l’attrice si dedica nuovamente alla televisione con le fiction “A casa di Anna” (2004), “Caterina e le sue figlie” (composta da tre stagioni in onda rispettivamente nel 2005, nel 2007 e nel 2010), “L’onore e il rispetto” (2006), un’ospitata alla serata finale del Festival di Sanremo 2006 in cui premiò il vincitore della kermesse Povia, “Donne sbagliate” (2007), “Fidati di me” (2008), “Il sangue e la rosa” (2008), “La donna che ritorna” (2011), “Baciamo le mani – Palermo New York 1958” (2013) e “Madre, aiutami” (2014).
Nel 2009 l’attrice riceve il premio alla carriera ai David di Donatello. Con sei Nastri d’argento condivide con Margherita Buy il record di premi vinti nella manifestazione organizzata dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani.
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Splendida donna, magnifica attrice, gran signora, esempio di classe ed eleganza, stimabile sia per la sua vita pubblica che per quella privata.
mi piace molto io sono il nipote di virnalisi