La commissione intelligence del Senato degli Stati Uniti ha reso pubblico un rapporto sulle brutali tecniche di interrogatorio della Cia dopo l’11 settembre 2001. Pagine che non hanno lasciato indifferenti e che stanno generando aspre polemiche. Il Dipartimento di Stato, non a caso, ha fatto rivedere le misure di sicurezza in ambasciate e postazioni militari Usa nel mondo, nel timore di nuove violenze.
Il rapporto è un riepilogo di 480 pagine di uno studio ben più ampio che contiene comunque numerose informazioni sulle tecniche di tortura usate dalla Cia nelle prigioni segrete in Europa e Asia, tra cui l’ormai tristemente noto “waterboarding”, cioè l’annegamento simulato, e anche altri dettagli mai rivelati prima. Secondo alcune indiscrezioni, nel documento si afferma anche che la Cia ingannò la Casa Bianca sulla natura, l’ampiezza e i risultati di tecniche brutali che venivano all’epoca utilizzate.
“I duri metodi utilizzati dalla Cia sono contrari e incompatibili con i valori del nostro Paese”, ha detto il presidente americano, Barack Obama, secondo il quale le tecniche utilizzate dalla Cia “hanno danneggiato significativamente l’immagine dell’America e la sua posizione nel mondo e hanno reso più difficile perseguire i nostri interessi con alleati e partner. Continuerò a usare la mia autorità di presidente per assicurare che non faremo mai più ricorso a questi metodi”.
Secondo George Tenet, direttore della Cia per gran parte del mandato presidenziale di George W. Bush, “il rapporto danneggia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, gli uomini e le donne della Central Intelligence Agency e soprattutto la verità. Il programma di interrogatori attuato dalla Cia dopo l’11 settembre era diretto dal presidente, con la supervisione del Consiglio per la sicurezza nazionale e con l’autorizzazione legale del ministro e della Giustizia e del Dipartimento della giustizia”.