“Il mio assistito Totò Riina sta malissimo e a giorni faremo un’iniziativa per la sua salute”. Lo ha detto l’avvocato Luca Cianferoni difensore di Riina, a margine del processo sulla strage del rapido 904 dove il boss è imputato come mandante della strage in cui persero la vita 16 persone.
Il legale ha aggiunto anche che si tratterà di “una richiesta”. A chi chiedeva quale richiesta ha detto: “Lasciatemi stare sul vago”.
Il consulente Giulio Vadalà ha riferito che dalle perizie sui vari attentati ricorrono “gli stessi materiali esplosivi” cioè “Semtex, composto da T4 e Pentrite, nitroglicerina e tritolo”. Per l’attentato di via D’Amelio la composizione chimica dell’esplosivo era la stessa di quella del rapido 904, ha anche spiegato il consulente. Riguardo agli altri attentati, sia quelli riusciti, sia quelli falliti, il consulente ha detto che gli esplosivi usati avevano le stesse basi chimiche di quello del rapido 904. Inoltre, sempre rispondendo al pm, Angela Pietroiusti, il consulente Vadalà ha riferito delle analogie tra i materiali esplosivi scoperti e sequestrati in arsenali e depositi nella disponibilità di mafiosi legati a Cosa nostra: in particolare ha fatto riferimento ai sequestri del 1985 a Poggio San Lorenzo (Rieti) e in un appartamento a Roma – depositi entrambi nella disponibilità di Pippo Calò, già condannato per la strage del rapido 904 – e al sequestro dell’arsenale gestito da Giovanni Brusca a San Giuseppe Jato (Palermo). Il consulente ha fatto rilevare anche che il Semtex è un esplosivo di produzione cecoslovacca di cui era vietata l’importazione in Italia.
Per la strage del treno rapido 904 fu usato “lo stesso esplosivo della strage di via D’Amelio” in cui morì il giudice Paolo Borsellino con la scorta, e “ci sono analogie riguardo ai materiali con la strage di Capaci e le stragi del 1993 a Roma, Milano e Firenze”, nonché con i falliti attentati all’Addaura e allo stadio Olimpico di Roma. È quanto risulta al consulente del pubblico ministero, Giulio Vadalà, che sta testimoniando a Firenze, al processo sulla strage del rapido 904.