L’agenzia Standard&Poor’s ha annunciato di aver tagliato il rating dell’Italia portandolo da BBB a BBB- con outlook stabile. Il motivo del declassamento è “un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e bassa competitività”. Con il declassamento l’Italia si trova ora solo ad un gradino dal livello “junk”, ossia spazzatura.
“L’Italia uscirà dalla recessione nei primi mesi del 2015”. È quanto prevede S&P, sottolineando però che la crescita l’anno prossimo sarà di un “modesto” +0,2% rispetto al +1,1% stimato in precedenza dall’agenzia.
“Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act, tuttavia non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine”, scrive S&P nel rapporto, sottolineando inoltre che i “decreti attuativi” della riforma potrebbero “essere ammorbiditi e ciò potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente”.
“Il giudizio di S&P non è una bocciatura del Jobs Act, dicono che le riforme vanno bene ma bisogna andare più veloce”. È la valutazione di fonti di governo per le quali la cosa “positiva” è che l’agenzia di rating vede “elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l’economia”.