Un incasso piccolo ma senza rischio, complice la crisi, è quello che fa delle 18.000 farmacie italiane un obiettivo molto ambìto da parte della microcriminalità. Al punto che il numero delle rapine ai danni dei presidi della Croce Verde, nel 2013, ha visto un vero e proprio boom rispetto al 2012, con il +10% di segnalazioni alle forze dell’ordine. Un dato in controtendenza rispetto alla progressiva decrescita di rapine e furti ai danni di attività commerciali e abitazioni. Maglia nera alla Lombardia, seguita dalla Puglia, che fa un balzo in avanti, quindi Sicilia, Lazio e Piemonte. Complessivamente 1256 quelle ‘visitate dai malviventi nel 2013, erano 1143 nel 2012 e 142 nel 2011.
È il quadro che emerge dall’ultimo Rapporto sulla criminalità predatoria curato dall’Ossif, l’Osservatorio intersettoriale sulla sicurezza. Mentre le rapine messe a segno complessivamente nel 2013 aumentano ‘solo’ del 2,6%, con un tasso dimezzato rispetto all’ultimo biennio, quelle nelle farmacie sono cresciute del 9,9%, a fronte di un aumento dello 0,1% nel 2012 e del +5% nel 2011. Peggio delle tabaccherie (+6,7%), degli uffici postali (+5,7%) e i distributori di carburante (-9,29). “Dopo un periodo di sostanziale stasi – commenta Andrea Mandelli, presidente dell’Ordine dei farmacisti – il numero delle rapine nelle farmacie ha ripreso a salire. Di fatto, le farmacie registrano l’aumento maggiore perché sono bersagli facili, anche se difficilmente possono garantire ai malviventi un bottino cospicuo. Siamo il bancomat della piccola criminalità”.
Ci sono alcune caratteristiche che fanno delle farmacie il ‘bersaglio prediletto’, spiega secondo il vicepresidente nazionale di Federfarma, Gioacchino Nicolosi. “Siamo aperti in orari strani e in zone dove non c’è nulla. Inoltre, difficilmente il titolare reagisce. Ci sono farmacie che subiscono 7-8-10 rapine l’anno. Molte, in Sicilia, – prosegue Nicolosi, che è anche presidente di Federfarma Catania – hanno dovuto mettere vigilantes e doppie porte come in banca, con costi che lascio immaginare”. Le province più a Rischio, Milano, Monza, Bari, Catania e Barletta. A Roma c’è stato un leggero decremento grazie all’arresto di un gruppo di piccoli rapinatori seriali. L’assaltatore ‘tipo’ non è più il tossicodipendente, come accadeva fino a qualche anno fa.
“Sono in genere piccoli malviventi, il cui numero è aumentato con l’impatto della crisi. Armati di pistola nel 53% dei casi, fuggono sempre più spesso a piedi, agiscono tra le 18 e le 20, anche se la tendenza è a spalmare l’orario lungo tutto l’arco della giornata”. In genere non c’è una banda dietro, a meno che non si tratti di veri e propri furti di medicinali da rivendere sul mercato nero, diventato, negli ultimi anno, un business molto redditizio per la criminalità. Spesso in questo caso a esser prese di mira sono le farmacie ospedaliere. Ma non mancano le eccezioni, come nel caso della farmacia di via Togliatti a Roma dove a fine ottobre scorso sono stati portati via medicinali per 100.000 euro. Antitumorali, antireumatici, biologici sono i prodotti più presi di mira perché più costosi ma, per via della tracciatura possono esser smerciati solo all’estero. Come nel caso dell’Herceptin, indicato nel trattamento del carcinoma mammario e gastrico, rubato, falsificato e reintrodotto nella catena distributiva di altri paesi europei. Secondo un rapporto del centro Transcrime di Università Cattolica di Milano, tra il 2006 e il 2013 un ospedale su 10 ha registrato un furto subendo una perdita media di circa 330 mila euro e una perdita totale di 18,7 milioni di euro. In tutto 68 colpi, di cui 51 solo nel 2013. Tra le regioni più colpite, Campania e Puglia, con 17 e 14 casi. Cinque i furti subiti solo dall’Ospedale Federico II di Napoli.