“L’Unione europea non può diventare solo un terreno di scontro fra ragionieri che ragionano dello zero virgola, ma deve diventare la casa della politica di tutti, altrimenti nessuno avrà un futuro”. Chiaro il messaggio del premier Renzi al Senato durante un incontro sul semestre europeo. “L’Italia, da parte sua, è fedele al Patto, ma bisogna ricordarsi che ha un nome e un cognome: non si chiama solo Patto di stabilità, ma anche di crescita. Sarà questa la posizione che accompagnerà il lavoro dell’Italia nei prossimi mesi”, ha aggiunto.
Per il presidente del Consiglio Matteo Renzi “o l’Ue cambia verso in direzione economica oppure rischia di diventare la Cenerentola dei Paesi globali”. “Il mondo corre – ha continuato – anche se un po’ più piano e l’Europa è in una fase di sostanziale stagnazione, a crescita quasi bloccata”.
Il premier sottolinea quindi come l’Europa stia vivendo una fase di profonda crisi di ideali: “L’antieuropeismo è un movimento che sta crescendo in tutti i Paesi. Esiste un grave problema di disaffezione”. E anche per questo l’Ue “ha bisogno di correre” inserendo una “marcia maggiore: se noi stiamo fermi, gli altri non aspettano”. E ha citato come esempio l’accordo di libero scambio con gli Usa, che “abbiamo tenuto fermo” mentre gli altri siglano accordi analoghi.
Qualcosa però, per Renzi, comincia a muoversi: il piano Juncker “va nella direzione giusta come metodo, finalmente sottolinea la necessità di fare investimenti”. Ma a giudizio del governo “va rafforzato e incoraggiato: c’è ancora un po’ di timidezza nell’affrontare la sfida degli investimenti”.