Su Massimo Bossetti sono state fatte “inaccettabili pressioni” per spingerlo a confessare “anche da coloro a cui è affidata la sua custodia”. Lo hanno detto i difensori del muratore arrestato per l’omicidio di Yara Gambirasio spiegando le ragioni per le quali oggi, interrogato nuovamente dalla pm Letizia Ruggieri, si è avvalso ancora della facoltà di non rispondere.
“A fronte di un atteggiamento inaccettabile dalla procura, il signor Bossetti ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere”, hanno spiegato i legali dell’uomo di Mapello, aggiungendo che “gli è stato rifiutato di vedere il proprio consulente criminologo Ezio Denti”.
I legali di Massimo Bossetti hanno spiegato anche che il loro assistito non ha risposto al pm perché “siamo tornati al processo inquisitorio, con uno sbilanciamento del tutto a favore dell’accusa, mentre la difesa ha anche difficoltà ad avere alcuni atti”. I difensori hanno anche lamentato il fatto che a Bossetti siano negati i colloqui straordinari con i figli minori. “Siamo al limite della tortura psicologica – hanno spiegato i due avvocato – e a pressioni inaccettabili perché confessi”.
L’interrogatorio è stato chiesto dalla Pm e non è chiaro se il magistrato intenda contestare delle novità all’indagato oppure intenda fare il punto in vista della chiusura delle indagini. Bossetti ha reso tre interrogatori nel corso delle indagini mentre, nell’immediatezza del suo fermo, davanti al Pm si era avvalso della facoltà di non rispondere per altre due volte. Bossetti continua a proclamarsi innocente e da alcune settimane, non è più in regime di isolamento.
I suoi legali Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni sono in attesa della fissazione, davanti alla Cassazione, dell’udienza in cui si discuterà la richiesta di scarcerazione di Bossetti, già respinta dal Gip e dal tribunale del Riesame di Brescia