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Jobs Act, alla Camera si va avanti senza la fiducia | Diciassette deputati Pd votano contro il governo

Il governo non chiederà il voto di fiducia alla Camera sul Jobs act. “Alla Camera si vota il Jobs act senza fiducia. Ha vinto il Parlamento che ha migliorato la delega” grazie all’impegno della commissione Lavoro di Montecitorio, annuncia Speranza, capogruppo del Pd alla Camera ed esponente della minoranza di sinistra dei democratici.

Montecitorio da stamattina ha ripreso a discutere il Jobs act, gli emendamenti delle opposizioni sono respinti. La presidente Laura Boldrini verranno posti in votazione solo gli emendamenti segnalati dai gruppi che sono circa una settantina.

Tra i 16 e i 17 deputati della minoranza Pd hanno votato in Aula un emendamento di Sel in difesa dell’articolo 18 che però non ha raggiunto il numero di voti sufficiente per passare. A riferirlo sono stati i parlamentari di Sel Arturo Scotto e Nicola Fratoianni.

Il ddl delega sarà licenziato entro mercoledì 26 novembre per poi tornare in Senato per il via libera definitivo entro il 9 dicembre.

Il testo all’esame della Camera ha introdotto le norme sull’articolo 18 frutto della mediazione politica tra il governo di Matteo Renzi e la minoranza del suo partito. Sarà possibile quindi essere reintegrati sul posto di lavoro in caso di licenziamento per motivi disciplinari, ma solo in alcune “fattispecie ingiustificate”. Nessun diritto al reintegro invece per i licenziamenti di natura economica: l’azienda dovrà corrispondere un indennizzo crescente in base all’anzianità di servizio. Resta salvo il diritto al reintegro se si perde il lavoro per motivi discriminatori.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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