Metalmeccanici in piazza oggi a Napoli per protestare contro il Jobs Act. L’iniziativa è della Fiom-Cgil. In testa al corteo, che è partito da piazza Mancini, il segretario generale Maurizio Landini.
In piazza anche gli esponenti del comitato di lotta “Cassaintegrati e licenziati dello stabilimento Fiat Pomigliano”, che stamattina hanno noleggiato una Hummer limousine per raggiungere la manifestazione di Napoli. Sull’auto bianca, che ha prelevato i manifestanti al cancello principale dello stabilimento Fca di Pomigliano, sono stati esposti, sulle fiancate, cartelloni contro il Jobs act e le politiche in atto, e un cartello con scritto: “Renzi e Marchionne sulle catene di montaggio a 700 euro al mese”.
“Renzi non decida lui dalla sera alla mattina, da solo non cambia il Paese. Da solo – dice Landini – risponde solo ai poteri forti”.
“Abbiamo scelto di essere a Napoli – spiega Landini – per dare voce al Mezzogiorno che sta pagando un prezzo doppio rispetto al resto del Paese e per dire che se non c’è una politica di rilancio degli investimenti pubblici e privati in grado di recuperare questa differenza, rischiamo di andare a sbattere”. “Le politiche del Governo – prosegueo il leader Fiom – sono sbagliate perché non affrontano questi nodi e pensano in modo sciocco che il problema per il lavoro sia semplicemente quello di rendere più facili i licenziamenti. E questo è un ragionamento che non sta in piedi”.
“Renzi – attacca Landini – non ha il consenso delle persone oneste, di chi lavora e di chi cerca lavoro”.
Immediata la replica da parte del Pd, con Matteo Orfini.
“Personalmente – commenta il presidente di Confidustria, Giorgio Squinzi – mi ritengo una persona molto onesta, non onesto ma di più. Riteniamo che il Paese abbia bisogno di un nuovo clima di relazioni industriali”.
E il premier Renzi commenta a distanza: “Si salva il lavoro tenendo aperte le fabbriche e non alimentando polemiche, risolvendo le crisi industriali e non giocando a chi urla più forte”.
Poco dopo arriva il passo indietro di Landini: “Mai pensato – come mi viene attribuito da alcuni mezzi di informazione – che Renzi non ha il consenso degli onesti, ho detto – e ribadisco – che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del paese che paga le tasse”.