Dopo un iniziale resistenza pare che anche Ncd possa orientarsi verso un accordo sul Jobs Act. “Ci stiamo ancora lavorando, ma mi pare che ci siano tutte le condizioni per raggiungere un accordo”. Così il capogruppo Ncd al Senato Maurizio Sacconi apre a un possibile accordo sul Jobs Act. “Il governo – ha spiegato – mi ha dato rassicurazioni che non vuole attenuare la portata innovativa della riforma proprio perché risulti efficace a fare lavoro e impresa”.
L’annuncio arriva dopo l’intesa raggiunta ieri all’interno del Partito democratico sul Jobs Act. “Abbiamo deciso di fare modifiche rilevanti. Ci sarà un lavoro in Commissione a Montecitorio e si riprenderà l’ordine del giorno approvato in Direzione”, ha detto il capogruppo dei democratici alla Camera Roberto Speranza.
E sembra anche che il governo rinuncerà a chiedere la fiducia alla Camera così come già fatto a Palazzo Madama, dove però i numeri sono più risicati e i conflitti rischiavano di pesare di più sulla approvazione del testo. “Non ci sarà la fiducia sul testo uscito dal Senato – spiega Speranza. – Sono molto soddisfatto. Il Parlamento non è un passacarte e abbiamo dimostrato che incide”.
“A me – spiega il premier Matteo Renzi a La Stampa – preme che la legge sia in vigore dal primo gennaio: motivo per il quale – è bene saperlo – se si giocasse ad allungare i tempi, metteremo la fiducia sul testo del Jobs act che uscirà dalla commissione”.
L’obiettivo è quello di tenere il voto finale sul Jobs act alla Camera entro il prossimo 26 novembre.