Ancora un morto, e sono otto in due mesi: il maltempo e soprattutto le disastrate condizioni del territorio italiano continuano a fare vittime. L’ultima è un giardiniere di 36 anni rimasto incastrato in una pala di un mulino a Crema mentre stava tentando di aprire una chiusa per far defluire l’acqua. E se per le prossime ore è prevista una tregua, già in serata una nuova perturbazione atlantica raggiungerà il nord ovest, colpendo zone della Liguria del Piemonte e della Lombardia che sono praticamente al collasso.
Ma ora a far paura è il Po: il grande fiume ha superato abbondantemente i livelli di guardia, facendo registrare a Piacenza i 7 metri sopra lo zero idrometrico e nelle prossime ore è attesa la piena. “Non ci fa dormire sonni tranquilli – conferma il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli – prevediamo che si possa arrivare ad una criticità elevata nel tratto tra Casalmaggiore, in provincia di Cremona, e il delta”. L’Agenzia interregionale per il Po indica infatti “nuovi incrementi” dei livelli del tratto mediano del fiume nelle prossime 24-48 ore, tanto che “non si può escludere” che l’acqua, dopo aver invaso le golene aperte potrebbe interessare anche gli argini delle golene chiuse. Vale a dire, traducendo dal burocratese, zone abitate che non dovrebbero esserlo proprio perché si tratta di aree di sfogo del fiume.
“Questo è il paese in cui viviamo” dice sconsolato il capo della Protezione Civile. In attesa della nuova emergenza e sperando che non si debbano contare nuove vittime, nelle regioni colpite dal maltempo dei giorni scorsi si fa la conta dei danni e ci si prepara ad affrontare la nuova perturbazione. In Piemonte, dove dopo 36 ore è stata riaperta la linea internazionale del Sempione, la stima dei danni ha già raggiunto i cento milioni. I laghi Maggiore e Orta, esondati nei giorni scorsi, hanno smesso di crescere mentre in provincia di Ivrea è isolato il paese di Ribordone a causa di un grosso masso che, staccatosi dalla montagna, è finito sulla provinciale. Frane, smottamenti e allagamenti sono comunque segnalati in tutto il Piemonte settentrionale, nell’alessandrino e nell’astigiano, anche se non piove più. Rientra l’allarme anche a Milano: il Seveso è tornato negli argini e domani riapriranno le scuole nella zona 9,a nord della città, interessata dagli allagamenti di ieri. In provincia invece la situazione più difficile è quella di Settala, dove si sono registrati allagamenti in tutto il territorio. Problemi anche nella zona di Melzo e nei comuni vicini di Villasanta e Arcore, in provincia di Monza e Brianza.
Non va meglio nella Liguria alluvionata, dove oggi si è rischiato un nuovo dramma: una donna che era in auto nella zona di Carasco, lo stesso paese dove vivevano i due anziani coniugi travolti dal fango nella loro casa, è stata investita da una frana staccatasi dalla collina. Ma è tutta l’area di Lavagna e Chiavari, entroterra compreso – così come la stessa Genova e parte del ponente – ad essere a rischio massimo. Per questo preoccupa e molto la nuova perturbazione che a partire da domani sera porterà piogge diffuse e venti con raffiche fino a 70-80 km orari. Proprio a Lavagna c’è stato un incontro tra i sindaci della valle, il governatore Claudio Burlando e Gabrielli, con l’obiettivo di fare il punto della situazione, quantificare i danni e mettere in atto tutte le attività di prevenzione necessarie ad evitare nuovi disastri.
“Troppi morti, è ora di dire basta – ripete il capo della Protezione Civile – Un paese come il nostro, che può stare tra i primi nel mondo, non può permettersi di pagare dazi di questa portata. Bisogna intervenire e subito”.