Lee Jun-seok, capitano del traghetto Sewol affondato il 14 aprile al largo delle coste meridionali della Corea del Sud, con un bilancio di 304 vittime, è stato condannato dalla Corte di Gwangju a 36 anni di carcere. Lo riferisce l’agenzia Yonhap.
Le accuse per il capitano riguardavano il reato di colpevole negligenza e per avere abbandonato la nave con molti passeggeri ancora a bordo. Altri tre alti membri dell’equipaggio sono stati condannati fino a 30 anni di carcere.
La procura aveva addebitato al capitano l’accusa di omicidio, che però è stata respinta. Se accolta avrebbe comportato l’ipotesi di pena di morte, esistente nell’ordinamento sudcoreano.
Intanto il governo sudcoreano ha deciso la fine delle ricerche dei dispersi. Nove persone mancano ufficialmente all’appello.