Il numero di morti dall’inizio dell’epidemia di Ebola ha toccato quota 4.960, con 13.268 casi confermati. Lo afferma l’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui il virus continua a imperversare nei tre paesi più colpiti, Guinea, Sierra Leone e Liberia, mentre non ci sono stati nuovi casi in Mali, Usa e Spagna, le nazioni ancora sotto osservazione per aver avuto dei pazienti sul proprio territorio.
Secondo l’agenzia, gli sforzi contro il virus vanno concentrati soprattutto nei tre paesi africani maggiormente colpiti, in cui alcune aree stanno vedendo una diminuzione dei casi ma altre invece sperimentano una forte accelerazione. Tra il personale sanitario si registrano 549 casi e 311 morti.
Insieme al rapporto periodico, l’Oms ha anche rese note le conclusioni della riunione della Travel and Transport Task Force, una commissione istituita lo scorso agosto di cui fanno parte esperti sanitari ma anche degli enti che regolano l’aviazione e gli altri trasporti civili, che ha ribadito il ‘no’ al blocco delle frontiere nei paesi colpiti e ad altre restrizioni a viaggi e trasporto merci. Secondo la commissione gli screening messi in atto al momento sono sufficienti a garantire la sicurezza.
”L’Oms non raccomanda divieti generalizzati ai trasporti o ai viaggi, nè quarantene generali a passeggeri che arrivano dai paesi colpiti – si legge nel comunicato finale -. Queste misure potrebbero creare una falsa impressione di controllo e possono avere un impatto negativo sul numero di operatori sanitari che si offrono volontari per assistere i paesi colpiti. Queste misure potrebbero inoltre ridurre i commerci essenziali per i paesi, incluse le forniture di cibo, carburante e dispositivi medici, contribuendo alla crisi umanitaria”.