Anche se alcuni dei Paesi membri stanno “cominciando a risalire la china”, complessivamente “la zona euro sta rallentando fino a fermarsi e rappresenta un rischio rilevante per la crescita mondiale, con la disoccupazione che resta alta e l’inflazione persistentemente lontana dall’obiettivo”. Lo scrive l’Ocse nell’Economic outlook.
L’Ocse nel suo rapporto ha rivisto verso l’alto la stima di crescita del Pil italiano per il 2015, a un +0,2% dal +0,1% indicato meno di un mese fa. La nuova stima è contenuta nel rapporto dell’organizzazione sulle previsioni per i paesi del G20, pubblicato oggi. Nell’Interim economic assessment pubblicato a metà settembre l’Ocse aveva tagliato la stima di crescita sul Pil italiano del 2014 ad un -0,4% dal precedente +0,5% e quella sul 2015 ad un +0,1% da +1,1%. Nel rapporto pubblicato oggi l’Ocse rileva che “nell’area euro la crescita è rallentata, con la debolezza in Germania, Francia e Italia che ha oscurato i progressi nella periferia, mentre l’inflazione ha continuato a muoversi verso il basso”.
Dal rapporto si evince anche che comunque l’allentamento del percorso di consolidamento fiscale, il miglioramento delle condizioni finanziarie, legato in parte anche ai progressi dell’unione bancaria, e l’ulteriore stimolo monetario “dovrebbero sostenere la ripresa”.
L’Ocse riconosce infine che Italia e Francia hanno dato il via ad un processo di riforma, volto a stimolare la crescita e a creare migliori condizioni occupazionali per i lavoratori con qualifiche più basse. “La sfida sarà quella di far seguire agli annunci attuali la piena messa in pratica delle riforme in corso” si legge.