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Ue, Juncker attacca: “Non siamo burocrati” | Renzi: “Non mi faccio dire cosa fare”

Duro botta e risposta a distanza tra il premier italiano e il presidente della Commissione europea. “A Matteo Renzi dico che non sono il capo di una banda di burocrati: sono il presidente della Commissione Ue, istituzione che merita rispetto, non meno legittimata dei governi”, ha tuonato Jean Claude Juncker, in replica alle parole del premier italiano a margine dell’ultimo Consiglio europeo. In quell’occasione Renzi aveva criticato l’eccessiva burocratizzazione dell’Europa.

Poi la frecciata: “Se la Commissione avesse dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso”, ha aggiunto polemicamente Juncker.

Juncker ha poi proseguito: “Sono sempre stato convinto che i Consigli europei servano per risolvere i problemi, non per crearli. Personalmente prendo sempre appunti durante le riunioni, poi sento le dichiarazioni che vengono fatte fuori e spesso i due testi non coincidono”.

Secca e immediata la replica del presidente del Consiglio italiano: “In Italia ce la stiamo giocando, la partita non è vinta nè persa ma stiamo segnando dei gol”. “È cambiato il clima per l’Italia – ha aggiunto Renzi, intervistato da Massimo Giannini a Ballarò su RaiTre – in Europa non vado a dire ‘per favore ascoltateci’, non vado con il cappello in mano. Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare e l’ho spiegato anche a Barroso e Juncker”.

Il premier, segretario nazionale del Pd, che è intervenuto anche all’assemblea dei parlamentari Dem, ha difeso a Ballarò la riforma del lavoro targata Giuliano Poletti: “Il jobs act è una riforma di sinistra come non ho mai visto. A parte l’art.18 c’è un consenso generale su tutto. Dall’1 gennaio il jobs act deve entrare in vigore”. “La prossima riforma strutturale dopo aver realizzato il pacchetto delle riforme in Italia sarà quella dell’Europa, perché da cambiare a Bruxelles c’è molto”, ha annunciato Renzi.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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