Giornata di proteste a Palermo. In circa 500 hanno partecipato stamani al sit in dei lavoratori dell’Ast organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugl e Cobas a piazza Indipendenza davanti la presidenza della Regione, per chiedere risposte “sull’atteso rilancio dell’Azienda, la mancata attuazione del piano d’impresa, le difficoltà finanziarie, il mancato pagamento degli stipendi e della terza rata del Tfr”. Al termine della manifestazione è giunta ai sindacati la convocazione alle 16 di un tavolo che si terrà alla presidenza della Regione. Al capo gabinetto della presidenza, i sindacati hanno consegnato un promemoria con le rivendicazioni e le richieste per il rilancio dell’Ast, già presentate al presidente Crocetta lo scorso mese di luglio. “da tre anni – scrivono i sindacati – i lavoratori vivono nell’assoluta incertezza, il presidente deve assumersi un impegno con tutti i dipendenti dell’azienda, grazie ai quali ogni giorno l’Ast continua ancora a garantire un servizio”. Da qui le richieste “garantire in bilancio lo stanziamento di 28 milioni di euro anziché i 19 milioni annunciati dalla Regione, un nuovo contratto di servizio con il pagamento del pregresso e la destinazione di fondi nuovi al rinnovo del parco macchine ormai obsoleto, aumento del compenso per chilometri, non concedere proroghe a contratti di servizio che garantiscono solo i privati”. Il prossimo 14 novembre, invece sarà il giorno dello sciopero dell’Ast, il personale di movimento si fermerà dalle ore 9 alle ore 13, le ultime quattro ore invece, il personale degli impianti fissi ed il personale amministrativo.
Circa un centinaio di lavoratori del Coordinamento interventi manutentivi edili (Coime) del Comune di Palermo sono radunati in presidio davanti il municipio. La manifestazione è stata organizzata dai sindacati confederali per protestare contro lo stop in commissione Bilancio alla Camera al comma 11 dell’articolo 17 della Legge di Stabilità. La norma, che non ha passato il vaglio della Commissione la scorsa settimana, prevedeva il rifinanziamento dal 2015 di somme per 100 milioni destinato agli Lsu di Napoli e Palermo.
A rischio ci sono gli stipendi di circa 970 dipendenti che si occupano di attività di manutenzione, custodia e vigilanza per il Comune. Cgil, Cisl e Uil chiedono il rifinanziamento della misura, perché temono che senza un contributo statale l’amministrazione non sarebbe in grado sostenerne il costo. Per garantire le attività, infatti, servirebbero, secondo le stime della Fillea- Cgil, circa 55 milioni di euro all’anno. “È evidente che si aprirebbe un ulteriore fronte caldo- dice il segretario provinciale della Fillea Cgil di Palermo Mario Ridulfo – la norma cassata in commissione riguarda il rifinanziamento delle attività svolte dai lavoratori che non sono nella pianta organica del Comune, ma sono stati inseriti anni fa attraverso il decreto legge 24 del 1986 con un contratto di diritto privato a tempo indeterminato e rappresentano il braccio operativo dell’amministrazione”.
E una decina di pensionati dell’Ente Acquedotti siciliani in liquidazione ha occupato i locali dell’assessorato regionale all’Economia, in via Notabartolo. “L’Eas deve pagare queste pensioni, con risorse regionali – spiega Giuseppe Graviano, del coordinamento pensionati dell’Eas – ma il problema è che a seguito dell’impugnativa del commissario dello Stato la Regione ha bloccato le erogazioni di quote delle nostre pensioni, che per tutti gli ex dipendenti ammontano a circa 5 milioni di euro”. Anche Domenico Sabatino, 78 anni, ex dipendente dell’Eas da gennaio non percepisce parte della pensione e anche lui si trova nei locali dell’assessorato. “Chiediamo – dice – che si continui a pagare quello che ci spetta”.