Sono 151 i migranti arrivati ad Augusta, in provincia di Siracusa, sulla nave “Borsini” della Marina Militare. Dopo essere stati per ore a lardo di Portopale di Capo Passe, i migranti sono stati soccorso. Intanto venerdì il ministro dell’Interno Alfano ha annunciato la fine dell’operazione Mare Nostrum.
Nelle stesse ore, un giovane del Ghana ritenuto lo scafista del gommone naufragato due giorni fa la largo delle coste della Libia è stato fermato dalla polizia giudiziaria. A bordo c’erano 120 migranti provenienti dal centro Africa. Dopo 20 miglia il gommone ha ceduto nella parte centrale e sono caduti tutti in mare, in pochi avevano delle camere d’ aria per copertoni da usare come salvagenti. Sono 27 I dispersi, 4 i feriti, e 89 i superstiti. Oggi verranno raccolti i dati degli scomparsi per le comunicazioni alle famiglie.
Il presunto scafista fermato dalla polizia giudiziaria è Francis Atsu Logosu, di 28 anni. Ha ammesso agli investigatori di avere avuto mille euro come paga per condurre verso le coste italiane il gommone di 11 metri con a bordo 120 persone. E’ indagato dalla Procura di Ragusa per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per morte come conseguenza di altro reato. Le indagini sono state eseguite da agenti della squadra mobile di Ragusa e della polizia dello Sco e da militari dei carabinieri e della sezione operativa navale della guardia di finanza.
Le testimonianze raccolte dalla polizia giudiziaria sono univoche sul numero di persone a bordo: c’erano 120 migranti provenienti da Gambia, Mali, Somalia, Eritrea a Ghana. Discordanze si sono registrate sulla causa del naufragio: alcuni migranti hanno parlato di un cedimento ‘strutturale’ del gommone, altri che sia avvenuto invece al culmine di una lite per la spartizione di piccole dosi di pane per il viaggio. Dei 120 naufraghi in 93 sono riusciti ad aggrapparsi alle parti del gommone che erano rimaste integre o perché in possesso di camere d’aria utilizzate come salvagente.
Ad arrivare per prima sul luogo delle tragedia è stato un natante libico, ma le persone in mare hanno rifiutato il soccorso e non sono voluti salire a bordo perché sarebbero stati riportati in Libia. A salvarli è stato l’equipaggio di nave ‘Fiorillo’ della guardia costiera italiana che ha recuperato i 93 sopravvissuti, tre dei quali, feriti gravemente, sono stati trasferiti in elicottero a Lampedusa. Una donna incinta, sempre in elicottero, è stata portata in un ospedale a Malta. Il gommone è considerato un mezzo di trasporto ‘low cost’ perché il ‘biglietto’ costa 400 dollari rispetto ai 1.000-2.000 dollari chiesti dai trafficanti di vite umane per un potenzialmente più sicuro peschereccio. Per questo viaggio l’organizzazione, si stima, abbia incassato quasi 60mila dollari.
Nel frattempo è partita ufficialmente Triton, l’operazione sotto l’egida dell’Unione Europea per il pattugliamento del canale di Sicilia e del tratto di mare davanti alla Calabria: nella zona sono già operativi due aerei, uno di Malta e uno della Guardia di Finanza italiana, una nave della Marina Militare e una motovedetta della Gdf.
Il dispositivo completo messo a disposizione da Frontex – due navi d’altura, due navi di pattuglia costiera, 2 motovedette, 2 aerei e un elicottero – sarà schierato nei prossimi giorni, quando i mezzi provenienti dagli altri paesi dell’Ue avranno raggiunto le due basi operative di Porto Empedocle e Lampedusa. Il centro di coordinamento internazionale di Triton è situato nella sede del comando aeronavale della Gdf a Pratica di Mare, dove è presente una centrale operativa in cui operano ufficiali di tutti i corpi coinvolti nella missione.